L’eredità della crisi: in Italia 26 miliardi di bollette non pagate
Bollette di vecchia data non pagate, crediti al consumo, rate di mutuo non ancora onorate. Sono quelli che in gergo gli addetti ai lavori chiamano “Non Performing Loans”: capitali che le famiglie italiane – ma anche le piccole e medie imprese – faticano a pagare e che gli enti creditori hanno affidato alle agenzie specializzate nel recupero crediti.
Oggi, nel limbo dei crediti deteriorati fluttuano – secondo la recente stima di Unirec, l’Unione nazionale a tutela del credito – 26 miliardi che riguardano proprio bollette ‘dimenticate’, rate di mutui e piccoli finanziamenti.
Secondo quanto emerge dalla ricerca annuale, la ‘zavorra’ dei NPL ha rappresentato nel 2016 il 38% degli importi complessivi da riscuotere e il 14% del numero totale delle pratiche gestite dalle società di recupero associate a Unirec (circa l’80% dell’intero mercato), sulle cui scrivanie sono accumulati quasi 36 milioni di fascicoli. In media, una pratica ogni due persone.
I debitori, per quanto riguarda i NPL, sono per il 91% famiglie e per il 9% piccole o medie imprese. Si tratta prevalentemente di bollette e utilities per telefonia, luce e gas: a ‘dimenticarle’ sono soprattutto i clienti cessati (74%), che hanno cambiato operatore e che devono saldare, in media, 830 euro ciascuno. Il 26% degli importi da recuperare riguarda invece clienti ancora attivi, che devono in media 277 euro a testa. Per i primi, il recupero è più difficoltoso e il tasso di successo non supera il 17%, contro il 28% dei secondi.
L’importo medio da rintracciare ammonta invece a 2 mila euro se si considerano anche i debiti che derivano da finanziamenti e prestiti bancari (importo medio di questi ultimi è di 2400 euro, nel 2016 metà di queste pratiche sono andate a buon fine con un recupero del 16% dei capitali totali) e leasing (574 milioni di euro, il 47% dei quali è stato riscosso).
A preoccupare maggiormente sono le previsioni: nel 2017 il volume dei NPL sembra destinato a lievitare del 15%, con un aumento degli importi complessivi che dovrebbe oscillare tra l’8 e il 10%.
Dei 26 miliardi di euro accumulati nel 2016 e ancora da recuperare, soltanto 8,1 si prevede siano destinati a rientrare nelle tasche dei creditori, con performance di recupero che variano a seconda della tipologia del debito. Lavoro extra per le società di recupero crediti a Milano: la Lombardia, infatti, detiene il primato italiano – con il 14% – sia per numero pratiche che per importi.
* Fonte: Scenari Economici
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