L'Alitalia, la sua crisi, è tornata d'attualità.
Non è la prima volta.
Ho seguito per molto tempo la questione insieme ai compagni del settore quando ero in Commissione Trasporti della Camera ai tempi di Cempella, Schisano, Cimoli.
Anche allora i lavoratori lottarono duramente. In testa c'erano i piloti dell'Anpac: sindacato legato alla destra. Ma la destra li mollò brutalmente.
Questa volta il ricatto era più forte ed unanime. Per questo il voto NO al referendum è stato ancor più coraggioso e importante.
Se guardiamo bene, ricorda il NO greco alla Troika, la Brexit, il referendum sulla Costituzione, Trump. Anche la Francia è andata vicino, almeno come somma dei voti di Le Pen e Melachon.
Anche questo risultato, dunque, è l'ennesima dimostrazione della crisi di consenso delle cosiddette classi dirigenti.
Il problema è che il vecchio muore e il nuovo fatica a nascere.
Questo è il problema che da subito hanno dinnanzi i lavoratori dell'Alitalia ed il sistema paese.
Già, il sistema paese. infatti sarebbe riduttivo e sbagliato restringere la questione solo ad un'azienda ed ai suoi lavoratori.
Se abbiamo una visione parcellizzata come quella del governo: ogni problema è isolato.
Le cose invece cambiano se ampliamo lo sguardo e guardiamo al sistema paese ed ai suoi interessi.
In questo senso la vicenda riguarda altri lavoratori, imprenditori e i conti economici generali.
Infatti, un paese a vocazione turistica e con il più grande patrimonio culturale mondiale, avrebbe bisogno di una compagnia di bandiera che operasse per gli interessi di questa realtà nazionale.
Solo gli ingenui e i cretini pensano che le altre compagnie di bandiera, pur per convenienza proprio lavorino per noi.
In realtà Air France, British Airways, Lufthansa prima portano le persone a Parigi, Londra, Francoforte, poi in Italia.
In secondo luogo, e questo riguarda anche i voli interni, il trasporto originato dal nostro paese, ma realizzato da compagnie straniere, porta i profitti all'estero. Per non parlare delle sovvenzioni pubbliche locali ai vettori che svolgono i voli interni. È quanto accade quotidianamente nel trasporto merci. La quasi totalità della movimetazione va su gomma ed è in larga parte appannaggio di aziende della logistica del Nord Europa (magari con autisti ungheresi). Questi fanno affari con il nostro traffico, ma il profitto va in Olanda o Germania. A noi rimangono incidenti, morti, feriti, inquinamento costi delle infrastrtture, bilanci.
I governanti credono, o vogliono far credere, che la cosa migliore sia lasciar fare la liberista "mano invisibile del mercato" che allocherebbe le risorse nel modo migliore. Bisogna essere idioti o venduti per credere a questa balla.
A costoro, ora, si sono aggiunti anche Di Maio e Di Battista!
Poichè è un'evidente bugia, una tesi smetita mille volte, è diventata una fede a prova di qualsiasi verifica.
In realtà "questa mano invisibile" funziona come la Giustizia: è bendata ma ci vede benissimo.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Da quando siamo in mano alla mano invisibile del mercato europeo (cioè della Finanza e della Germania) abbiamo perso il 25% del nostro apparato industriale e il controllo sulle più grandi aziende.
Le privatizzazioni non hanno aumentato né qualità né abbassato i prezzi; salvo il settore delle tlc per motivi di innovazione tecnologica.
Andamento anch'esso a fine corsa.
In tutte le travagliate fasi dell'Alitalia, è sempre mancata il governo, la politica.
Quando c'è stata è per motivi clintelari-territoriali come l'apertura di Malpensa: uno dei cancri di AZ.
È mancato chi facesse gli interessi legittimi di tutto il sistema-paese.
Quindi abbiamo tre motivi per ricostruire una compagnia di bandiera pubblica: i lavoratori Alitalia e dell'indotto, i lavoratori e imprenditori dei settori turistici e della cultura, i conti economici del paese.
Mi sembrano argomenti e interessi assai corposi per cambiare politica.
Una politica d'intervento pubblico per dare nuove e diverse prospettive economiche, occupazionali.
Ovviamente si tratta di ripensare la gestione dell'intervento pubblico, un serio controllo del Parlamento, dei lavoratori, dei cittadini.
*QUi il gruppo facebook, nato su iniziativa della CLN, che chiede al governo di nazionalizzare Alitalia.
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