E segnalavamo come, a causa del loro rifiuto dell'anarco-immigrazione, entrambi non sono più nelle grazie della sinistra-sinistrata italiota. Un'altra tegola si abbatte adesso sui fondamentalisti dell'accoglienza a prescindere. Si tratta delle affermazioni di Bernie Sanders. Dopo essere stato portato sul palmo della mano dall'élite della sinistra "radicale", facile immaginare che cadrà in disgrazia anche lui. Ora i sinistrati sono davvero orfani, non resta loro, come mentore, che il gesuita Papa Bergoglio. Veniamo a sapere della tegola dall'amico Thomas Fazi che ha tradotto nella sua pagina facebook, uno stralcio di una lunga intervista rilasciata a fine luglio a Ezra
Klein (vedi più sotto tutta la registrazione). Riportiamo il decisivo passaggio sull'immigrazione.
«EZRA KLEIN. Da socialista democratico quale sei, hai naturalmente un approccio internazionalista alle cose. Se guardiamo alla questione della povertà globale, per esempio, immagino che questo approccio ti porti alla conclusione che negli USA dovremmo aumentare notevolmente il livello dell'immigrazione, e magari anche adottare una politica di apertura totale delle frontiere...
BERNIE SANDERS. Apertura delle frontiere? Questa è una proposta di destra.
EZRA KLEIN. Ma arricchirebbe molti poveri nel mondo...
BERNIE SANDERS. Sì, e renderebbe più poveri gli americani. sarebbe la fine del concetto di Stato-nazione. Se credi nell'idea di Stato-nazione, ritengo che tu abbia anzitutto il dovere di fare tutto il possibile per aiutare le persone nel tuo Paese. I conservatori, i padroni in questo Paese non sognano altro che una politica di frontiere aperte, per portare dentro gente disposta a lavorare per 2-3 dollari l'ora. Per loro sarebbe una manna dal cielo. Io la penso in maniera completamente diversa. Io penso dovremmo aumentare i salari. Penso che dovremmo fare tutto il possibile per creare milioni di posti di lavoro per le persone attualmente disoccupate in America. Sai qual'è il tasso di disoccupazione giovanile negli USA oggi? Il 33% per i laureati bianchi, il 36% per gli ispanici, il 51% per gli afroamericani.Pen si veramente che dovremmo aprire i confini e portare dentro il Paese masse di lavoratori a basso costo? Non pensi che forse dovremmo cercare prima di tutto di creare posti di lavoro per quei ragazzi disoccupati? Penso che da una prospettiva morale abbiamo il dovere di lavorare con il resto del mondo industrializzato per affrontare il problema della povertà internazionale, ma non è impoverendo le persone in questo Paese che si affronta il problema».
Ogni parola in più è superflua, salvo sottolineare che nelle condizioni sociali date, il filantropismo simil-umanitario per cui "via le frontiere, entrino tutti", non è solo una bestialità politica, è una posizione immorale.
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