Avremo modo, come del resto abbiamo sempre fatto, di trarre un bilancio complessivo delle elezioni municipali svoltesi ieri. Un'analisi per niente facile. Vanno tenuti in considerazione, com'è ovvio, i molteplici che entrano in gioco nei casi di elezioni locali. Ed anzitutto va tenuto in debito conto il meccanismo elettorale maggioritario, che tende a premiare le coalizioni più forti ed i candidati di regime (di centro-sinistra o centro-destra) a discapito delle forze di sovranità popolare.
Ad un primo sguardo d'insieme ci pare emergano cinque fattori fondamentali: (1) un aumento dell'astensione; (2) l'inceppamento della spinta propulsiva dei Cinque Stelle —che vanno al ballottaggio solo in 8 centri su 140; (3) la generalizzazione della modalità delle "liste civiche" —anche da parte dei vecchi ceti politici di regime; (4)l'affermazione del blocco di centro-destra-di-regime, grazie alle stampelle di Lega e Fratelli d'Italia ; (5) le difficoltà del Pdr (Partito di Renzi) che va ai ballottaggi solo ove è a sua volta sostenuto dalla "sinistra Radicale".
Ci sarà consentito esprimere, in questo quadro confuso ed in cui nessuno può davvero esultare, esprimere la nostra soddisfazione per l'affermazione in sei comuni siciliani delle liste civiche popolari e sovraniste sostenute dagli amici di Noi Mediterranei di Beppe De Santis (uno dei perni della CLN, Confederazione per la Liberazione Nazionale).
Lo segnalavamo il 9 giugno scorso.
Ebbene, ad eccezione di Palermo, dove la lista “La città futura” di Nadia Spallitta ha di poco superato l'1% —ci sarà da capire bene le ragioni di questo insuccesso—, nei cinque piccoli comuni restanti (Piana degli Albanesi, Pettineo, Ciminna, Campofelice di Fitalia ePetrosino), le liste civiche popolari e sovraniste hanno tutte ottenuto risultati a due cifre, con il caso eccezionale di Petrosino, dove si è andati al 40% (vedi più sotto).
Se dobbiamo comprendere le cause del flop di Palermo, a maggior ragione si devono capire quelle del successo di queste cinque liste civiche popolari e sovraniste. E capirle bene, al netto delle specificità, per vedere se queste esperienze sono estendibili e imitabili. Anzitutto in vista delle importanti elezioni regionali siciliane del prossimo 5 novembre —dove i Cinque Stelle sono dati per vincenti (ma è sicuro a questo punto?) e vista la spinta che i risultati di Palermo danno all'operazione (di trasformismo classico) di Leoluca Orlando.
A noi pare che le ragioni del successo delle liste civiche popolari e sovraniste siano, in linea di massima, le seguenti:
(1) protesta radicale contro l'ordine di cose esistente e i partiti di regime, come segno prevalente; (2) legame tra particolare e generale, tra gli obbiettivi locali praticabili per lenire le sofferenze sociali e l'orizzonte della sovranità popolare e nazionale; (3) forte radicamento territoriale delle liste e dei suoi candidati; (4) i giovani come forza motrice delle liste e delle campagne elettorali; (5) candidati a sindaco mai collusi con mafie e mafiette di regime.
Non pretendiamo affatto di chiudere con questo la riflessione, una riflessione che sta sulle spalle anzitutto degli amici siciliani, da una terra ferita a morte che forse indica il sentiero da seguire al resto d'Italia.
Ecco i risultati in dettaglio nei cinque comuni
1 - Piana degli Albanesi (Palermo)
Lista “Vincenzo Petta Sindaco” = 14,57%
Vincenzo Petta |
2 - Pettineo (Messina)
Lista “Progetto Futuro” Sindaco Giuseppe Rampulla = 38,5%
Giuseppe Rampulla (al centro) |
3 - Ciminna (Palermo)
Lista “Liberi e forti” - Sindaco Totò Mannina 13,5%
Lista “Liberi e forti” - Sindaco Totò Mannina 13,5%
4 - Campofelice di Fitalia (Palermo)
Lista “Campofelice in cammino"- Sindaco Andrea Piraino = 30%
Andrea Piraino |
5 - Petrosino (Trapani)
Lista “Adesso il futuro” - Sindaco Vincenzo D’Alberti = 40,7%
Vincenzo D'Alberti (al centro) |
0 commenti:
Posta un commento
I commenti sono moderati preventivamente dalla redazione. Ogni commento sarà pubblicato a condizione che le opinioni espresse siano rispettose, attinenti al tema e costruttive. Non verranno pubblicati i commenti con invettive, insulti, ingiurie, o quelli di soggetti il cui scopo è polemizzare a prescindere con la redazione.