ELEZIONI 2018: LA PROPOSTA DELLA C.L.N.

8.7.17

FASCISTI, ANTIFASCISTI E IMMIGRATI di Sandro Arcais

Un articolo impeccabile. E non perdetevi i due video!

Venerdì 30 giugno si è svolta a Cagliari una manifestazione contro l’immigrazione organizzata dal Movimento Sociale Sardo. La notizia è apparsa su L’Unione Sarda del giorno dopo. Da lì traggo le motivazioni degli organizzatori:

Diciamo basta all’arrivo di migranti. Non abbiamo le risorse per ospitarli e siamo davanti a una invasione senza fine. Chiediamo case, lavoro, istruzione, sanità per gli italiani. Inoltre la presenza di troppi migranti sta creando molti problemi di sicurezza nella nostra regione.

La manifestazione era stata regolarmente richiesta e accordata. Alla notizia, il Coordinamento Antifascista Cagliaritano ha immediatamente organizzato una contromanifestazione. Ecco le loro motivazioni:

Ci chiediamo come sia stato possibile dare il via libera per lo svolgimento di una manifestazione chiaramente razzista e fascista.Siamo qui per evidenziare che i cagliaritani non sono razzisti. … siamo in piazza per denunciare lo svolgimento di un corteo anticostituzionale, visto il significato xenofobo e razzista.

La notizia e le dichiarazioni dei due fronti mi fanno sorgere alcuni pensieri
moderatamente provinciali.

Uno. Dire «Basta ai migranti» o dire «Regolare gli ingressi di migranti in Italia» non è razzista e neanche xenofobo. Può anche darsi che gli esponenti del MSS coltivino particolari idiosincrasie per la gente di colore. Ammetto anche che ciò sia probabile. Ma razzismo implica la presupposizione che l’umanità sia divisa in razze biologicamente differenti e che esistano razze superiori e razze inferiori e che le prime siano biologicamente in diritto di dominare su (e al limite cancellare) le seconde. Questo è razzismo. Usare questo termine fuori da questo recinto, significa usarlo come uno strumento di intimidazione.

E che questa intimidazione stia funzionando molto bene lo dimostra, al di là delle sue intenzioni dichiarate, questo video:
 


Non so a voi, ma a me queste interviste non dimostrano che l’italianoqualunque è razzista, dimostrano piuttosto che è preoccupato e stressato per l’aumento esponenziale dell’immigrazione in questi ultimi anni, che questa preoccupazione e stress sono amplificati dal progressivo peggioramento delle condizioni di vita presenti e dal futuro per i propri figli, e infine che è molto preoccupato di incorrere nell’accusa di razzismo. Probabilmente quegli italiani avrebbero dovuto vergognarsi di meno dei propri sentimenti e paure e avere il coraggio di essere politicamente scorretti come lo è inconsapevolmente il personaggio di questa scena tratta da “La crisi” di Coline Serrau:

 

Due. I membri del Coordinamento Antifascista Cagliaritano potrebbero pensare che non bisogna aspettare che la pianta del razzismo generi i suoi frutti, e che la malapianta vada estirpata sul nascere. Potrebbero obiettare che questa particolare manifestazione non sarà stata esattamente razzista, ma che conteneva in sé il razzismo come un seme contiene la pianta benché non sia la pianta. Oppure potrebbero pensare e obiettare che i fascisti organizzatori della manifestazione non lo abbiano dichiarato apertamente nei loro striscioni e dichiarazioni ufficiali, ma la loro manifestazione non era contro gli immigrati in quanto tali, ma contro gli immigrati in quanto negri e stranieri.

Nel primo caso mi sembrerebbero abbracciare la nuova dottrina militare USA della guerra preventiva, nel secondo caso mi sembrerebbero incorrere nel processo alle intenzioni. In entrambi i casi individuerei un defict di cultura democratica.

Tre. Quelli dell’MSS hanno giustificato la manifestazione con due ordini di motivi: “non abbiamo le risorse per ospitarli” e “creano molti problemi di sicurezza”. Lasciamo da parte il secondo: io parlo di quello che so, e per ora non mi pare che gli immigrati pongano problemi di ordine pubblico. Quello che vedo è un aumento esponenziale della mendicità e già questo non è bene, soprattutto perché crea assuefazione a una condizione che piano piano sarà sempre più percepita come normale o a cui si tenderà a reagire “alla Minniti”. In entrambi i casi un problema, non di sicurezza, ma un problema.

È la prima giustificazione a interessarmi particolarmente, perché mi fa capire che quelli dell’MSS ragionano totalmente all’interno dei mantra che giustificano e rendono senza alternative ormai da sei anni le politiche di austerità dei vari governi inaugurati da quello di Monti: “non ci sono soldi”, “il fardello del debito pubblico”, “dobbiamo fare pareggio di bilancio (anzi, di più, avanzo)”, e via di questo passo. Sarebbe troppo lungo spiegare perché il debito pubblico in se e per sé non è un problema (ascoltare questo recentissimo intervento di Claudio Borghi Aquilini potrebbe essere un buon modo di avvicinarsi alla questione), mi limito perciò ad affermarlo: il debito pubblico in se e per sé non è un problema, dal momento che un paese con una moneta sovrana non può fallire (lo afferma anche un bollettino di ricerca della BCE) e potrà sempre onorare il suo debito. Il debito pubblico è un problema quando uno stato utilizza una moneta straniera e si impedisce di monetizzare il debito quando è possibile e/o ritiene necessario. Questa è la condizione dell’Italia e di tutti gli altri aderenti all’euro. Sì, è vero, “non ci sono soldi” perché la nostra classe dirigente (in particolar modo quella che fa capo al centrosinistra ora pd) ha ficcato l’Italia in un sistema che ha significato cessioni consistenti di sovranità di tutti i tipi, e nel caso specifico monetaria, e ha reso impossibile una qualsiasi politica economica di sviluppo.

Quelli dell’MSS dovrebbero distinguere tra “risorse” e “soldi”. Le prime sono limitate, i secondi hanno il solo limite di “star dietro” e mobilitare le prime. Comincerebbero ad accorgersi che a quel punto gli immigrati potrebbero davvero essi stessi essere “risorse” e non un peso che non possiamo sostenere.

Quelli del CAC dovrebbero capire che in regime di austerità è semplicemente vero che ciò che metti nella gestione del fenomeno degli immigrati lo stai togliendo, per esempio, alla sanità (ottenendo questi risultati). Detto più esplicitamente: in regime di tagli e di austerità, sei costretto a scegliere e allora quelli dell’MSS diventano condivisibili quando affermano: Chiediamo case, lavoro, istruzione, sanità per gli italiani.

Quattro. Che si voglia operare una politica restrittiva o generosa e aperta in merito agli immigrati, in entrambi i casi abbiamo bisogno di avere un maggiore controllo sui processi in cui siamo immersi. Abbiamo bisogno di maggiore sovranità monetaria, politica, militare, di maggiore controllo sui movimenti dei capitali, delle merci e delle persone. Ma per fare questo dobbiamo comprendere la necessità di accettare il vincolo interno rappresentato da coloro che si fanno portatori di interessi e idee diverse dalle nostre, per il semplice motivo che il vincolo esterno è peggio per il 70-80% del paese (il 20% ci sguazza benissimo).

Cinque. Il pericolo attuale non è il fascismo. L’attuale sorgere rigoglioso di formazioni o fenomeni che si richiamano all’esperienza e all’ideologia fascista sono il sintomo di una malattia, non la sua causa. Comincio anzi a credere che i grandi strateghi del capitale internazionale che si stanno preparando alle elezioni del 2018 stiano facendo di tutto per creare anche in Italia una situazione di artificiosa contrapposizione tra fascisti e antifascisti, dove alla fine vincerà il Macron di casa nostra: Sua Immensa Imperialità Tecnocratico-Finanziaria (SIITF) Mario Draghi. Il pericolo attuale è il Grande Capitale (Neo)(Ordo)liberista e Globalista (GCNOG), la Sacra Unione Europea (SUE) e le sue quinte colonne in Italia, quell’1% e il suo 15-20% di alleati vincenti e soddisfatti della globalizzazione (tutti asserragliati nel fortino pd). Su quello bisognerebbe concentrare l’attenzione, non facendosi distrarre dai presunti “pericolo immigrati” e “pericolo fascista”.

Sei. Se il MSS vuole tornare sulla questione, non metta nel mirino gli immigrati, in fin dei conti vittime come noi e come noi impegnati a conquistarsi una esistenza migliore, ma l’alleanza euroamericana impegnata da più di quindici anni a destabilizzare intere aree intorno al Mediterraneo, e la potente macchina modulare simil-criminale che li trasporta attraverso un mare di sabbia e di acqua salata. Quella macchina perfettamente oliata fatta di ONG che prestano i soldi per il lungo viaggio (soldi da restituire con gli interessi, néh), organizzazioni criminali trafficanti di uomini, e nuovamente ONG con le loro imbarcazioni che li imbarcano, ormai andandoli a prendere a ridosso delle coste libiche. Se pensiamo che ognuna di queste imbarcazioni costa circa 10.000 euro al giorno (300.000 euro al mese, 3.600.000 euro all’anno solo per una imbarcazione), sorge spontanea una domanda: chi scuce tutti quei soldi? E se scuce tutti quei soldi, che tornaconto si aspetta?

Sette e ultimo. Se c’è qualcosa in pericolo in tutta questa vicenda, questa è la sovranità dello stato italiano, totalmente in balia di processi che non prova neanche minimamente a governare. So che la parola “sovranità”, “patria”, “popolo” e “confini” fanno venire l’orticaria in tutte le varie versioni della sinistra. Subito parte il riflesso condizionato: “fascista!”, “xenofobo!”, “razzista!”, “tribale!”. Eppure, senza un minimo di recupero della sinistra alle ragioni della nostra sovranità, essa sarà sempre più costretta ad alienarsi dal popolo italiano (sì, proprio quel popolo dietro le cui spalle ride la spocchia snob dei due gemelli intervistatori del video precedente) e ad appoggiarsi a forze straniere facendone il gioco, che se renda conto o meno.

 

 

Continua  »

6.7.17

ALITALIA: IL 21 LUGLIO SI APPROSSIMA di Sandokan


Quindi per Alitalia, con l'indegna complicità del governo Gentiloni, si profila un sanguinoso spezzatino. La ciccia (aerei e slot) verrà venduta alla cordata Air France e Delta, quindi licenziamento e trasferimento (a chi?) di alcune migliaia di dipendenti. E i debiti? Paga pantalone, ovvero se li accollerebbe lo Stato.

Questo afferma una fonte ben informata —vedi nel dettaglio quel che scrive più sotto.

Una soluzione inaccettabile, tipica di un governo miope formato da fantocci, disposti a tutto pur di svendere Alitalia e pescecani stranieri: non solo il massacro delle maestranze ma la copertura pubblica dei buchi di bilancio. Lo schema è lo stesso adottato per le banche venete: vendute ad un euro! a Banca Intesa, mentre i 20 miliardi di debiti previsti se li accollerà lo Stato. La quale Banca Intesa licenzierà migliaia di dipendenti e chiuderà centinaia di sportelli. Ma non poteva lo Stato, dato che ci mette 20 miliardi, prendere possesso delle banche venete? Così per Alitalia: se i costi se li accolla lo Stato perché non procede alla nazionalizzazione per rilanciare la compagnia di bandiera?
 

La vicenda Alitalia si approssima al triste finale di partita. Prevista per l'autunno. Si tenga conto che le proposte d’acquisto, pur non vincolanti, devono essere presentate entro il 21 luglio.

Solo un nuovo scatto di orgoglio delle maestranze Alitalia può evitare la tragedia.

Siamo giunti ad un punto in cui occorre andare al di là degli scioperi.

Qui occorre inventarsi azioni eclatanti, simboliche e contundenti, che rompano il muro del silenzio e catturino l'attenzione dell'opinione pubblica, che suscitino la più ampia solidarietà. Azioni che mettano governo e partiti con le spalle al muro.

Un'azione intelligente e spettacolare. Il 21 luglio si approssima.




Air France-Klm vertice con Delta su Alitalia

«Il vettore franco-olandese non si è esposto direttamente nelle manifestazioni d’interesse presentate ai commissari della compagnia italiana (Luigi GubitosiEnrico LaghiStefano Paleari), ma sta ugualmente seguendo con grande attenzione il dossier.
Il progetto, secondo quanto Poteri Deboli ha appreso da fonti autorevoli, prevede un’offerta congiunta insieme a Delta Air Lines, la grande compagnia americana che è partner di Air France-Klm nell’alleanza SkyTeam ( di cui fa parte anche Alitalia) ed è partner della joint venture per i voli transatlantici tra Europa e Usa alla quale, nel 2011, ha aderito anche Alitalia.
I dettagli del progetto su Alitalia verranno discussi in un vertice riservato fissato a brevissimo, nei prossimi giorni. Il vertice si svolgerà a Parigi, tanto per far capire quanto stiano a cuore ai francesi i destini della malridotta, ma sempre in volo, compagnia italiana. Dagli Stati Uniti arriveranno alcuni manager chiave della compagnia che ha come scalo principale il mega-hub di Atlanta, in Georgia.
Il progetto sembra studiato apposta per favorire una combinazione tra vettori europei e il partner degli Usa. Delta, non essendo un soggetto della Ue, in base alle norme comunitarie non potrebbe possedere più del 49,9% di Alitalia, come di qualunque altra compagnia comunitaria. Altrimenti questa perderebbe lo status di vettore Ue e pertanto i diritti di traffico previsti dalle norme sulla liberalizzazione in vigore nell’Unione europea. In pratica Alitalia non potrebbe più volare, salvo per quanto consentito dai trattati bilaterali con alcuni paesi al di fuori della Ue.
Delta ha già una partecipazione azionaria importante in una compagnia europea, la Virgin Atlantic di Richard Branson. Delta ha comprato il 49% che apparteneva a Singapore Airlines, con un’offerta lanciata a fine 2012 e perfezionata nel giugno 2013. Il tetto massimo consentito dalle norme Ue.
Nel progetto in discussione con Parigi dovrebbe essere pertanto Air France-Klm ad avere almeno la maggioranza assoluta (il 50,1%) della società-veicolo che lancerà l’offerta di acquisto di Alitalia, se il programma allo studio sarà effettivamente concretizzato. La joint venture per i voli transatlantici dà risultati commerciali molto buoni secondo Delta e anche secondo Air France-Klm.
Nel periodo in cui Alitalia era di fatto gestita da Etihad, che era azionista con il 49% fino al commissariamento, i suoi vertici, soprattutto l’allora presidente Luca Cordero di Montezemolo, avevano detto più volte che volevano rinegoziare l’accordo transatlantico perché _ a loro avviso _ limita la possibilità per Alitalia di aumentare destinazioni e frequenze negli Usa.
Ma modificare il contratto senza l’accordo di Delta e Air France-Klm è impossibile. Alitalia avrebbe dovuto pagare una penale per uscirne. In ogni caso, all’interno della compagnia si dice che, attraverso Delta, Alitalia vende molti biglietti negli Usa. Quindi un’uscita senza avere un partner sostitutivo probabilmente non sarebbe stata una mossa azzeccata.
Il coordinatore dei commissari, Gubitosi, ha già avuto contatti informali con Delta, come con altri pretendenti. In questi giorni Gubitosi è in Cina, per incontrare, secondo quanto risulta a Poteri Deboli, i vertici di Hainan Airlines, la principale compagnia privata cinese. Basata nell’isola di Hainan, la compagnia ha un potenziale interesse su Alitalia e dispone di abbondanti capitali. Fa parte del gruppo Hna, che deve la sua fortuna al turismo e al gioco. L’isola di Hainan ha conosciuto un elevato sviluppo turistico ed è considerata una sorta di Las Vegas cinese.
Ovviamente la partita non si può dire chiusa a favore dell’uno o dell’altro contendente. In campo ci sono anche Lufthansa, l’emiratina Etihad, ci sono le low cost Ryanair e easyJet, ci sono fondi d’investimento.
La sorpresa delle ultime ore è l’arrivo di Elliott, il fondo americano che fa capo a Paul E. Singer, il finanziere di New York che in Italia ha investito somme importanti, in Ansaldo Sts e nel Milan: ha fornito i soldi (circa 300 milioni) necessari alla cosiddetta cordata cinese (o forse pseudo-cinese, l’identità è schermata) per chiudere l’acquisto della squadra di calcio da Silvio Berlusconi.
L’interesse di Air France-Klm e di Delta non è sull’intero perimetro di Alitalia, ma solo su una parte dell’attività, della flotta e dei dipendenti. Del resto nessuno dei pretendenti sembra intenzionato a prendere tutta la compagnia, anche se ancora nessuno ha scoperto le carte. I progetti industriali non sono stati presentati. Certo nessuno è interessato ai debiti, ma solo alla polpa. Le proposte d’acquisto non vincolanti devono essere presentate entro il 21 luglio. Per le offerte vincolanti passerà più tempo, si andrà almeno all’autunno.
Per Alitalia si profila uno spezzatino. O, nella migliore delle ipotesi, un mezzo spezzatino. Con la compagnia divisa in due. Una parte dei beni, aerei e gli slot venduti a un compratore, con il trasferimento di alcune migliaia di dipendenti.
Il resto sarebbe un problema sociale e un bel buco nei conti della finanza publica. Probabilmente toccherà allo Stato ripianarlo. Sarebbe un epilogo come per le banche venete».

Fonte: sollevazione

Continua  »

5.7.17

SE QUESTO È RAZZISMO di Enea Boria

Anni passati a sentirsi dire "ma allora tu rivuoi le frontiere, terrore paura e morte, il fascismo, la guerra, il razzismo" e a cercare di rispondere su un terreno razionale: no, guarda, i confini sono sempre esistiti e in una certa misura esisteranno sempre e ringrazia il cielo perché senza quelli non hai politica ma solo gli interessi delle multinazionali e delle banche, il punto è come li gestisci".

Niente.


Bisognava essere europeisti perché la retorica no border o barbarie.
Anni di scomuniche e insulti e te ne fai serenamente una ragione, finché anche tu gli insulti li commini in tempo zero perché tanto chettenefrega ormai e tempo da perdere coi minus habens non ne hai.

Poi in Italia gli europeisti si inventano il decreto Minniti Orlando, intrinsecamente razzista perchè di fronte alla legge gli immigrati hanno differente e ridotto diritto di ricorrere.
Io ho sempre detto che fatti salvi i rifugiati per i quali l'apertura deve essere incondizionata, sull'altro 80% abbondante che arriva bisogna avere la razionalità e il coraggio di ragionare per quote, a maggior ragion se il lavoro non c'è.

Ma questo, per carità, è razzismo.

Stabilire invece ope legis che di fronte alla legge non siamo tutti uguali e i nativi son figli di qualcuno mentre i non nativi son figli di puttana va benissimo e non è razzista.
E Orwell ci fa una sega...

Poi va a finire che un verde progressista europeista diventa presidente della repubblica in Austria, mentre il cancelliere è ancora un socialdemocratico, e prima delle presidenziali militarizzano il Brennero; cosa riconfermata in questi giorni a presidenziali passate.

In Francia hanno appena votato sventolando un fascismo (che non c'era) tra una destra sbirresca e sicuritaria e un'altra destra postmoderna e iperfinanziaria.
Ci han detto sostenete la seconda o guerra terrore e morte, bloccheranno le frontiere, tornerà il razzismo. Anzi, il naziputinismosovranista.

Tutto attaccato, eh.
Non memori del fatto che le frontiere a Ventimiglia erano già bloccate e militarizzate dal socialista Hollande.
Ma tant'è, godetevi Macron. 

Prima cosa ha bloccato l'acquisto dei cantieri francesi da parte di Finmec (e non si capisce perché invece quando i mangiakrauti vengono in Italia a fare shopping nessuno faccia mai altrettanto, a meno che non abbiamo un governo a libro paga), seconda cosa conferma il blocco e la militarizzazione a Ventimiglia.
Che bella la modernità progressista europeista, coi muri anti immigrati presidiati dalla gendarmerie.

Anche a sto giro i fantocci eurosognatori faranno finta di non vedere.
Ah....avesse vinto la Le Pen chissà cosa avrebbe fatto!
Una cosa molto brutta, cioè la stessa identica cosa: COGLIONI!

In Spagna altro paladino della UE confermato, Mariano Rajoy.
Anche sul suo conto gli europeisti fanno finta di non vedere che nelle enclave spagnole in Africa, l'Europa dell'open border dei loro coglioni, si "difende" come io non farei e loro invece fan finta di non vedere, a Ceuta e Melilla: filo spinato elettrificato con l'alta tensione.

Tutto questo mentre sommergiamo Erdogan, notoriamente una bella personcina, con 5-6 miliardi di euro all'anno ripartiti in quota parte su tutti i paesi UE, perchè faccia lui in Turchia il lavoro di sporco di tener chiusa con le stragi la via balcanica, cioè la porta di accesso alla mitteleuropa.

Tradotto: la Germania spende soldi altrui per regolare i flussi in casa propria, pagando un sultano per fare il lavoro sporco lontano da dove i nostri giornalisti vedono.
Poi per fare un po' di maquillage accolgono un po' di siriani, istruiti qualificati e già abituati a vivere in uno stato laico, perché integrare quelli costa meno.
E laviamoci la coscienza allegramente mentre vendiamo armi ai sauditi!

E ora?
Gentiloni, evidentemente molto autorevole e ascoltato in Europa, sono settimane che piagnucola chiedendo "dobbiamo sapere se l'Europa sugli immigrati ha deciso di lasciarci soli".
La risposta da tutta Europa all'unisono riecheggia: italiani, ATTACCATEVI AL CAZZO.
Mentre le pin up di Juncker servono cognac per correggere il kaffèèèèèè.
Buongiornissimo, Gentiloni, svegliato bene?

TESTE DI CAZZO!

Nell'impero europeo noi siamo la porta di accesso dall'Africa ed è palese da anni che ci stanno usando come stato cuscinetto, la discarica delle contraddizioni, coi trattati di Dublino firmati mentre il leghista Maroni era ministro dell'interno calcolando di poter poi speculare elettoralmente sulle contraddizioni create.

L'avete voluta l'Europa no border?

Eccola qua.

Un impero nel quale la mobilità intraeuropea è garantita non perché siete persone ma perché siete portatori di forza lavoro, fattori produttivi, in una oscena asta al ribasso dove i valori al ribasso son le vostre vite.
E fuori umanitarissimi fili spinati. (con l'alta tensione)
Col vostro paese usato oscenamente come discarica-cuscinetto.

Dove siete ora, che l'Europa ci serviva per "tenere tutte le frontiere aperte"?
Dove siete ora che vien fuori che Europa e Trump sono la stessa cosa, cioè due imperi, che fanno quel che normalmente fa qualsiasi impero?
Dove siete ora, voi che "non si può fare a meno dell'Europa perché i diritti umani e le frontiere aperte"?

Fate schifo, sappiatelo, sepolcri imbiancati.

Continua  »

4.7.17

DI PISAPIA E ALTRE NULLITÀ di Riccardo Achilli*

Volentieri pubblichiamo questo intervento di Riccardo Achilli, responsabile economia di Risorgimento Socialista e membro della Confederazione per la Liberazione Nazionale (CLN).
Ci sarebbe veramente molto poco da dire sull’happening odierno di Piazza Santi Apostoli. Si è trattato in buona sostanza di un evento di riorganizzazione delle macerie della Sinistra Dem e della componente Popolar-democristiana del Pd, maciullate dal renzismo ma, più di tutto, dalla loro assoluta inadeguatezza storica nell’interpretare la fase e dal grave livello di compromissione dei loro dirigenti, che hanno rappresentato il passaggio liberista, nascosto da finto progressismo, del Pd che ha sostenuto il Governo Monti, la legge-Fornero, che non ha combattuto, preferendo uscire dall’Aula, il Jobs Act.

Casi umani, quasi di interesse psichiatrico, di personaggi oramai senza popolo (la microscopica piazza Santi Apostoli era piena perlopiù di esponenti e militanti di professione del ceto politico targato Sinistra Dem, rimasti dentro il Pd o fuoriusciti, e dell’associazionismo collegato a tale componente, di popolo non vi era pressoché traccia) intenti a difendersi dalla nemesi storica, dopo aver fallito il tentativo di rivendersi come facilitatori da sinistra dell’applicazione del pensiero neoliberista. Bastava ascoltare l’intervento di Pisapia: snocciolando il suo discorso con vocetta stridula e la stessa passione e vitalità di chi sta esponendo gli effetti organolettici della somministrazione di acido acetilsalicilico a pazienti affetti da raffreddore. Un discorsetto pieno delle medesime sciocchezze con le quali la sinistra si è autodistrutta: il civismo, la partecipazione dal basso in nome del superamento del partito-massa, il popolo senza aggettivazioni di classe, il trasferimento acritico di “buone pratiche”, nessuna analisi della fase del capitalismo e delle radici della crisi insite nell’intreccio fra globalizzazione finanziaria e individualismo metodologico, ma tante paroline rassicuranti sull’Europa culla della civiltà e della pace, slogan sul contrasto alle diseguaglianze che però non deve arrivare fino al punto di disturbare il manovratore.

Insomma, il consueto social-liberismo ulivista, il cui massimo obiettivo possibile è quello di compensare, caritatevolmente, le diseconomie esterne generate dal mercato, non di aggredirne le cause. Il tutto, invariabilmente, si risolve in micro-progettualità inoffensiva (come l’idea di distribuire i dividendi ai manager solo se aumentano i salari ai dipendenti di qualche spicciolo) priva di approfondimento analitico (è facile parlare di imposizione patrimoniale, sena misurarne gli effetti di lungo periodo sull’intero mercato immobiliare, e tale insistenza, a pensare male, sembra molto funzionale alle brame della Trojka di mettere le mani sul risparmio privato degli italiani, per pagarne il debito pubblico) se non addirittura offensiva e scandalosa (l’idea di togliere la casa alle famiglie che non possono più pagare il mutuo per restituirgliene una in affitto – il fatto che Pisapia si venda questa aberrazione con orgoglio misura il grado di alienazione mentale di cui soffre). Senza una idea complessiva di società, senza un programma strutturale che tenga insieme una visione, si dispensano al popolo affamato pillole di micro-progettini con lo stesso cinismo con il quale gli imperatori romani gettavano sacchi di farina alla plebe frumentaria. Il tutto condito, come da migliori tradizioni delle sinistra che dimentica le sue basi materialistiche, di buonismo e sentimentalismo d’accatto, del tutto inadeguato per affrontare temi delicatissimi come l’immigrazione di massa.

Verrebbe da dire: non curarti di loro. Eppure non è possibile farlo. Per quanto stupido, antistorico e privo di radicamento sia il progetto dei morti viventi stretti attorno a Pisapia, esso ha, nella logica delle classi dirigenti italiane, una rilevanza non da poco. Serve a stringere i ranghi di tutti i nemici personali di Renzi, per affrontare la battaglia decisiva in vista dell’affondamento del renzismo, che nella sua ultima torsione apre manifestamente ad una alleanza di governo con Berlusconi. Alleanza che potrebbe aprire la strada ad un ritorno al governo di una destra non sempre del tutto docile con i diktat europei. Recupera elettorato di sinistra tendenzialmente orientato all’astensionismo oppure orientato a dare voti a progetti ben più radicali e strutturali dell’innocuo Pisapia, ingabolandolo dentro una formazione centrista, con la consueta trappola retorica del voto utile e della governabilità, per sbarrare la strada ai populismi grillo-leghisti, ma anche per togliere terra sotto i piedi ad un eventuale, possibile, progetto di sinistra più solido e radicale (gravissimo l’errore di Sinistra Italiana di inviare una delegazione, legittimando questo tentativo di Opa ostile sul suo bacino elettorale. E, se non è un errore, è qualcosa di molto peggiore, ovvero il desiderio di andare a soffocare dentro un progetto centrista, senza peraltro nemmeno avere, in cambio, l’incentivo della poltrona, visto che molto difficilmente una coalizione Pd-Bersani-Pisapia-Fratoianni avrà i numeri per governare).

Insomma, sotto le insegne degli stessi assassini della sinistra italiana già negli anni Novanta, cercando di sostituirla con una versione italica e catto-comunista del blairismo, fatta di social liberismo, interclassismo solidaristico e sentimentalismo da strapaese, coperto da un pizzico di movimentismo libertario, non a caso di nuovo presente in pista al gran completo (Bersani, D’Alema, Prodi, Pisapia nelle vesti spente di novello Bertinotti, e meno male che Bertinotti ha perlomeno avuto la dignità di prendere le distanze da questa roba) si consuma l’ennesima manovra di palazzo tipicamente italiana. Festina lente e il taglio delle ali rimangono sempre, nella poltiglia delle classi dirigenti del nostro Paese, le soluzioni preferibili.

Continua  »

3.7.17

PERCHE’ ITALIA RIBELLE……. E SOVRANA ? di Luca Massimo Climati

Pubblichiamo l'intervento di Luca Massimo Climati (Cerveteri Libera) all'ultima assemblea della CLN, Roma 18 giugno 2017.

L’OTTIMISMO DELLA SOGGETTIVITA’ ED I CAMBIAMENTI OGGETTIVI


Breve premessa

Questa è una sintesi rielaborata ed aggiornata di una specifica relazione in scaletta nella ultima assise nazionale della CLN , svoltasi a Roma lo scorso 18 giugno. Nel frattempo la situazione politica nazionale ed i cambiamenti in corso, l’avvenuta assemblea costituente di Eurostop ove si apprezzano contaminazioni positive, caratteristiche del percorso CLN ,LO SDOGANAMENTO DEL TERMINE “NAZIONE” oggetto di interesse inquisitorio o da caccia alle streghe, al fronte di una profonda elusione della situazione specifica italiana , “fotografata alla fase” , NON FANNO CHE CONFERMARE LA NECESSITA’ DELLA PROPOSTA DI “ITALIA RIBELLE E SOVRANA “.

Ogni episodio di profondo cambiamento ,ogni processo rivoluzionario, contiene al suo interno due aspetti identificativi : una sua sostanza inedita e un suo composto capace di rassemblare le esperienze delle fasi precedenti , carsicamente riaffioranti .
Dalle amministrative del giugno o dal referendum Costituzionale sembrano essere passati non7 o 12 mesi, ma quasi 10 anni !
Viviamo , Compagni e Patrioti, una di quelle ricorrenti fasi storiche caratterizzate da una evidente accelerazione ove tutto si brucia spesso velocemente ; una fase inedita rispetto la stagnazione che si protrae da 25 anni di Seconda repubblica, subalterna alla UE ed ai suoi trattati.
Nella assemblea costituente la CLN, LO SCORSO 25 APRILE, il 5 Stelle pareva essere il candidato successore al Renzi-Gentiloni, sollecitando riflessioni su possibili scenari ,identici alla abiura del governo Tsipras in Grecia, ostentando passi e dichiarazioni da alcuni loro portavoci nazionali, di chiara disponibilità alla governabilità desiderata dal padrone UE e BCE e blocco di potere di riferimento.
Ora sembra che la spinta propulsiva del 5 Stelle sia inesorabilmente esaurita : questo non sottintende ad una fulminea scomparsa , ma ad un periodo di costante logoramento e svincolo di militanti, aspettative e cittadini , con i quali dovremmo relazionarci in modo chiaro e concreto .
A meno di rocambolesche sorprese, non si profila all’orizzonte un Macron in salsa italiana; sempre che basti per smentire la durissima testa dei fatti .

Se l’Atene 5 stelle piange…..Sparta PD ….NON RIDE, ANZI….si avvia verso una crisi sistemica ed una caduta verticale , assai peggiore di ciò che è avvenuto nel PSF di Hollande, che lascia pesanti incognite sulla tenuta stessa di una parvenza di Stato; ma ciò non impensierisce “lorsignori”, poiché una crisi simile capitò in Belgio qualche anno fa ….e gli “affari” procedettero ugualmente…..ed ancor meglio.

Per completare il quadro, la rimonta parziale o la tenuta del centro-destra o della lega salviniana o di liste più chiaramente di destra, nell’ultima parziale tornata di elezioni amministrative, non deve trarre in inganno o giudizi affrettati. Una signora Lepen non si apprezza all’orizzonte ; nemmeno un “alba dorata” nostrale, tranne una certa presenza di Casapound : troppi intrecci, troppe contraddizioni, sostenute da un falso populismo ed un sovranismo all’acqua di rose. Basta ricordare che la modifica dell’articolo 81 fu un sostanzioso regalo alla UE ed al partito tedesco,prima del commiato politico dell’ultimo governo Berlusconi, nel 2011 ( fiscal compact) . Non si evince una prospettiva storica ed oggettiva di presa del potere delle destre classiche o di una loro variante: una possibile collaborazione di una sua componente larga ad un governo di coalizione, alle dipendenze del “partito carolingio “ o “amerikano” è l’unica reale prospettiva nel breve o medio periodo.
Un paese sempre più strategicamente svenduto e colonizzato dal capitale trans-nazionale, dalle multinazionali e cordate di profitto e finanziario sarà sempre più coinvolto dallo scontro di queste due partiti, espressione di aree in competizione globale. Bisogna abilmente approfittare di queste contraddizioni prodotte da un conflitto inter-imperialista , che non sembra consegnare un esito nettamente propizio all’asse franco-tedesco , come taluni credono, parlando di conflitti e classi da organizzare “virtualmente”.
Un quadro sostanziale dove la “borghesia compradora italiana” , una minoranza potente del paese, con un articolato apparato di teste d’uovo,manager e servi beneficiati ,un quinto della popolazione circa , non fa che svendere le proprie eccellenze ,producendo crollo della domanda interna,deserto economico, povertà, criminalità diffusa, desolazione sociale e culturale : barbarie in una parola !

Tale barbarie diffusa , non determina ora conflitti di massa, degni di essere menzionati, ma una diffusa SOFFERENZA e DISILLUSIONE .
E’ il grido disperato di milioni di esseri umani, destinati ad uno “sterminio differito”, provocato dalla caduta verticale delle condizioni di vita, frutto dei grandi avanzamenti e conquista dei diritti sociali , nel dopoguerra ,nella cosiddetta “età dell’oro”, (espressione dello storico marxista Hobsbawn) dal 1946-73, tra USA ed Europa ,ma anche da nuovi scempi ambientali, che hanno doppia funzione: distruggere colture autoctone ,risorse alimentari e produrre profitto e concentrazione di capitali, riciclo di questi e monopoli. Per questo ,le lotte ambientali sui territori, del diritto alla Sanità, alle risorse Pubbliche, alla difesa del Lavoro ,hanno la stessa semenza e trovano la LORO SINTESI NELLA DIFESA DEL DETTATO COSTITUZIONALE DEL 1948 E DELLA SUA VALORIZZAZIONE .

1. LA ZATTERA DELLA MEDUSA ED I 3 BRANCACCI …..


Tale sterminio “differito” è parte integrante della “guerra asimmetrica” che la competizione globale ,sempre più indirizzata ad un evidente conflitto inter-imperialista, già in corso avanzato d’opera,producono e produrranno ancor più in modo devastante.
Tutto ciò è opportunamente seppellito da coltri di fumo e deviazioni : la rivincita del DITO sulla LUNA , OVVERO CONSUMISMO, FALSI DIRITTI CIVILI E FALSO PIETISMO COSMOPOLITA SU ASPETTI UMANI LAPALISSIANI ; MA NON VERA PIETAS!
Tornando al quadro italiano, specifico intento della relazione, veniamo a descrivere la sinistra sinistrata ,o meglio quella che potremmo definire “zattera della Medusa”, ricordando un celebre affresco.
Parliamo del carrozzone prodotto dalla putrefazione e dei suoi miasmi politici, del CENTROSINISTRA PRODIANO, o della SINISTRA COSIDDETTA RADICALE o meglio “processo di vaporizzazione “ del Prc originario.
Non potrà fare a meno, nella disperata speranza di perpetuare un sordo e squalificato ceto politico ,infinitamente presupponente e chiuso , teorizzante in soldoni una superiorità di razza della quale il Popolo si prende beffe elettorali sempre più consistenti, DI FORMARE DEI VASI COMUNICANTI, O MEGLIO DEI TEATRI BANCACCI PARALLELI, CHE OB TORTO COLLO, PARTORIRANNO UN ELEMENTO DI COMPROMESSO PER SALVARSI DAL NAUFRAGIO (già’ avvenuto) .
Una mera lista da pifferai magici, senza parole d’ordine incisive, capace di speculare soltanto sul risentimento verso i governi Renzi-Gentiloni, sulla atavica paura di un pericolo fascista, magari omettendo i nazisti reali in Ucraina, targati UE .
Le differenze tra D’Alema e Pisapia e Montanari,Falcone….Ferrero …o altri , a tempo debito si appianeranno : il tempo di farlo digerire ai propri residui militanti , causando un'altra emorragia finale, in una nuova emoragia non compensata .
“la scialuppa o zattera di salvataggio, val bene un accordo….o un tre più tre”(per cento…) .
Tale listone ,(o Brancacci comunicanti), non avrà ambizione se non quella di sopravvivere, garantendo la compatibilità con la UE, la subalternità alla borghesia compradora versus quella populista stracciona (per loro nei salotti) ed al Partito carolingio . Al massimo il lato radicale supplicherà la revisione dei trattati e invocherà una spruzzatina di provvedimenti sociali.

2. IL TAPPO ED IL LETTO DELLA CONTENZIONE DEL CONFLITTO VELLEITARIO

Erroneamente, alcuni anni orsono, qualcuno nella vulgata post-moderna gridava alla sparizione della classe operaia ed alla fine del conflitto o al proletariato cognitivo. Gli sfruttati sono aumentati, non sono tutti cognitivi : sono tutti sottopagati,poiché la compressione salariale e la spremitura del franchising concettuale che sopravvive nei residui di impresa sostanzialmente sub-appaltante, cottimista e sottomessa, alla faccia del libero scambio e concorrenza,non e’ che la ricetta fondamentale del dominio finanziario e trans-nazionale.
Ma c’e’ chi dice No , aldilà dei confini degli appelli e dei Brancacci : esalta il conflitto nel momento della sua assenza oggettiva . Vorrebbe ri-organizzare una classe con dei parametri da Yalta, da situazione estinta.
Ripudia il parlamentarismo e le elezioni ma elude il problema della Sovranità: teme di perdere per strada qualche “cognitivo” ? Qualche identitario ?
Cosa non quaglia dentro Eurostop o ancor meglio tutte le componenti e mini-articolati , dal sindacalismo di base, alla sinistra del PRC, ai centri sociali più attivi, ad alcuni germogli di movimento e articolazione territoriale?
Non possiamo eludere che sia un gigantesco Tappo testimoniale, un letto di contenzione ad uno sviluppo articolato e moderno delle “lotte che servono”. Buono per le SFILATE SETTEMBRINE , PER I 10-20000 IN CORTEO, MA NON EGEMONI TRA MILIONI DI “SOFFERENTI “ PROLETARI E SFRUTTATI DEL 2000 .
Tanti orticelli che repellono, soffocano seri processi egemonici : intendiamoci , con tanta gente in buona fede, tanti compagni bravi, ma complessivamente inchiodati ed incapaci a quella duttilità –velocità che i tempi richiedono.

Troppa PAURA E TIMIDEZZA, nell’affrontare il nodo della SOVRANITA’ , del senso di Nazione, espressione Popolare, capace di contrapporsi alla deregolamentazione capitalista ed all’attacco alla Costituzione italiana del 1948, ma nella sostanza, non nelle dichiarazioni roboanti .
L’ANTIFASCISMO, scevro da una contestualizzazione storica, o usarlo come arma reazionaria o maccartista,nella caccia fantasmatica ai “rossobruni”, finisce per essere un “fuoco amico” o uno scoraggia analisi, gramsciane e corrette ,su ciò che serve oggi per ricomporre veramente un efficace FRONTE DI MASSA : va bene fronteggiare e presidiare i territori da Casapound , l’unica organizzazione oggettiva nazi-fascista pericolosa , ma non va bene insistere con persecuzioni obsolete di chi si ispira ad una corretta lotta , nel nome della sovranità Popolare e cerca di riconquistare lo spazio nei territori ,perso da salottieri, opinionisti improvvisati e OPPORTUNISTI ! Non esistono i “rossobruni”: esistono fascisti ed antifascisti . Noi, storicamente, apparteniamo alla seconda categoria e sosteniamo la lotta anti-nazista in Ucraina, nel Dombass e ovunque vi sia oppressione del popolo e sua coercizione violenta . Ma ciò non è nei piani degli attuali nostri governanti e reali oppressori al potere. Gli funziona assai meglio L’apparato di disinformazione e deriva culturale: l’atomizzazione umana che non crea più quelle automatiche solidarietà che caratterizzavano il proletariato della grande fabbrica o la vita negli antichi quartieri popolari, ridisegnati dalla speculazione e dalle bolle edil-immobilari.
Altro punto di caduta cardinale, il considerare o dare a-priori, senza adeguata verifica ,il trionfo del partito franco-tedesco,senza considerare la natura complessa del conflitto inter-imperialista ed i diversi fattori in campo.

In parole povere e sintetizzando il problema : E’ DATO PENSARE CHE IL VORTICE DEL DOPO 4 DICEMBRE E LE CONTRADDIZIONI NELLO SCENARIO PIU’ CONTINENTALE, INDICHINO UN OBIETTIVO DI MEDIO TERMINE, ANCHE NEL BREVE, SUL QUALE INTERVENIRE “RESPONSABILMENTE “, anziché “FISSARE UNA DATA NELL’ALDILA’ DEL LUNGO TERMINE, QUANDO TALE CONFLITTO, MAGARI TROVEREBBE IL SUO RIASSESTO UTILE ?
Quanto possono ancora durare i margini e gli spazi di relativa agibilità politica e comunicativa, vista la grande insofferenza dei centri oligarchici del suddetto potere nello scegliere uno scenario normativo e di apparato più consone al suo dominio assoluto?

I punti dolenti , nei seguaci di un conflitto immaginario e l’elusione della battaglia indipendentista reale,ci sono tutti, ma IL CONFRONTO E’ INELUDIBILE:
OGGI, COMPAGNI “IL DIALOGO RISPETTOSO E NON SETTARIO E’ RIVOLUZIONARIO” !
Dobbiamo comprendere che la sofferenza diffusa , che si esprime con un fronte dell’astensione oramai MAGGIORITARIO nei corpi produttivi del Paese, non si può intercettare con un processo compositivo tradizionale novecentesco ,post Yalta, ma deve partire da un processo che veda nell’APPARTENENZA, TERRITORIALE E NAZIONALE IL SUO CENTRO AGGREGATIVO E DI EFFICACE PROPOSTA : IL CAPITALE TRANS-NAZIONALE SI BATTE SOLTANTO CON UN VASTO FRONTE COMPATTO DELLE CATEGORIE CHE PAGANO LE SCELTE UE, CON UNA PROFONDA RAMIFICAZIONE DI ALLEANZE CONCRETE; CON IL FARO COSTITUZIONALE AD ILLUMINARE IL PERCORSO .
Molti, vicini a noi, ad es. le ultime boutade di Ferrero, cercano di dire cose fumosamente analoghe e fanno riferimento al dopo 4 dicembre: BASTA SMASCHERARE IL VUOTO ,ALDILA’ DEGLI ASPETTI SUGGESTIVI DELLA PROPOSTA POLITICA E LA NON-RISPOSTA CHIARA SUL “CHE FARE(?)” CON LA DITTATURA UE.

3. LA PROPOSTA: PERCHE’ ITALIA RIBELLE E SOVRANA?


La profonda destabilizzazione prodotta dal governo col “pilota automatico”, mentre il TTIP RIENTRA IN SOSTANZA VIA CANADA , COL NOME DI “C.E.T.A.”, non permette nessuna velleitaria estraneazione o paura anche politicamente giustificata: i grandi conflitti non ci sono, esistono vertenze pilota come ALITALIA ed IILVA, ma non si può ignorare un agone elettorale .
Questo significa anche ipotizzare una sconfitta tattica momentanea, capace di preparare, nel medio periodo una vittoria strategica delle forze indipendenti, costituzionali e sovraniste .
Per fare questo e’ INELUDIBILE COSTRUIRE UN AMPIO FRONTE SOCIALE DIFFUSO , CAPACE DI RAPPRESENTARE DAI PRECARI, AGLI AGRICOLTORI ,AI LAVORATORI DIPENDENTI, GLI ARTIGIANI E GLI IMPRENDITORI CHE COSTITUISCONO LA SPNA DORSALE PRODUTTIVA REALE DEL PAESE ,UNITI AI DISOCCUPATI , A CHI HA PERSO IL LAVORO E I PENSIONATI ALLA FAME .

Non possiamo negarci la verità : come nel caso degli eurostoppisti, i loro desiderata non riescono a sfondare il muro del suono del corteo marginale, numeroso in piazza, ma non pervenuto al livello diffuso, LA CLN ed i sovranisti tutti, pongono risposte politiche puntuali, ma non ancora “digerite “ dal corpo del paese .
Già una tematica come il fiscal compact ,trova la sua difficoltà comprensiva di massa: troppo radicata è stata la campagna disinformativa.
Il rischio reale è quello di ritrovarsi in una situazione storica analoga agli spunti risorgimentali , che non trovavano nella GIOVINE ITALIA un raccordo con le masse popolari e contadine . Dobbiamo saper con arte ricostruire un nuovo 1948 o una Comune che non finisca in modo tragico.
La nostra lotta non può che essere Rivoluzionaria, ma non deve escludere nessun campo di battaglia, elezioni comprese, a condizione di un minimo di raggiungimento di rappresentanza nel breve periodo; se percorribile.
Ad oggi, non si può precludere NULLA : MA IL SENSO NOSTRO DI CONSAPEVOLEZZA Ed ETICO (per me hegeliano) in/se-per/tutti, deve saper produrre un equilibrio tra accelerazione necessaria ed estrema accortezza nei passi . Un compito difficilissimo , ma obbligato da percorrere : altro non è dato non è possibile…ora o mai più !

ITALIA RIBELLE E SOVRANA si prefigge l’obiettivo di dare opportuna articolazione alle direttive ed ai PUNTI BASILARI DELLA CLN : NE COSTITUISCE LA SUA FORMIDABILE CINGHIA DI TRASMISSIONE-O MEDIUM SOCIALE ARTICOLATO TRA FRONTE DI MASSA E LISTA ELETTORALE FUTURA .
DOBBIAMO PENSARE COME AD UNA “TRINITA’”, UN TRIANGOLO FUNZIONALE, FORMATO DALLA 1-CLN, 2-DALLE ASSOCIAZIONI E SITUAZIONI E FORZE POLITICHE COMPONENTI 3- ED IL LIVELLO DI MASSA DI ITALIA RIBELLE E SOVRANA.
Troveremo il sistema normativo e di regole funzionale, in progressione al lavoro da intraprendere: ma meglio inscatolare una montagna che avere una scatola vuota…grande come una montagna : crediamo sia l’abc politico-dialettico.

Questo triangolo ricorda, non in maniera casuale il concetto post-Nicea, Cristiano, di TRINUM EST UNUM , DOVE BISOGNA PER ANALOGIA COMPRENDERE IL “TUTTO-UNO”!
Occorre quindi, compagni, saldare le magnifiche intuizioni politiche,la ricchezza,l’articolato patrimonio ideologico,scientifico,culturale e propositivo del quale la CLN dispone e disporrà, rendendolo transitivo nelle realtà sociali e locali: se verificatene condizioni, A LIVELLO DI PROPOSTA ELETTORALE .
Un vero e proprio processo di ricomposizione e di appartenenza nazionale, senza il quale a nostro avviso il progetto non potrà “sfondare” tra le masse. I processi però hanno bisogno della loro sedimentazione naturale.

Calare dall’alto meri intenti elettoralistici, ri-ri-riproporre “appelli” generici, come fanno pedissequamente i “sinistri evaporati” e farà Arcobaleno 3.0 del Brancaccio,porterebbe ad una sconfitta annunciata.
Bisogna riflettere e studiare su cosa del 5 stelle ha determinato il loro arretramento strategico elettorale , anche se non ne costituisce la sparizione finale. Solo la confusione nel governo delle aree metropolitane, nei comuni? O altro? Crediamo che in questo altro vi sia molto delle scelte ambigue, filo-liberiste, non coerentemente anti-ue : un decantare tutto e non scegliere nulla.
Un istituzionalismo, un concetto vago di onestà, ma un fallimento di proposta dirompente : un volere rassicurare il potere ,le banche, il sistema oppressivo che non è piaciuto ad un popolo che è tornato all’ASTENSIONE DI MASSA per grandi componenti.
Questo per noi determina sia una grande occasione da cogliere, sia articolare un complesso dialogo con le arretratissime realtà di base del 5 stelle, sui territori .
E’ sulla dirompenza politica che si gioca oggi la nostra battaglia strategica e su questo si spende la credibilità ed il fascino del nostro progetto.

Ma che ben vengano i 100 fiori delle 100 associazioni e realtà, ognuno con la propria ricchezza, nella CLN .
Nell’articolato ITALIA RIBELLE E SOVRANA DOBBIAMO PROPORRE CHIARI
E SENTITE PAROLE D’ORDINE:
SUL LAVORO …. e non sulla elemosina a scapito dei ceti produttivi del reddito di cittadinanza, che invece sia un giusto soccorso a chi ha perso il lavoro
LA RE-INTERNALIZZAZIONE DEI SERVIZI, LA SANITA’PUBBLICA, L’ACQUA PUBBLICA, LE PRODUZIONI LOCALI, LA DIFESA DEL PRODOTTO ITALIANO
QUETE PAROLE D’ORDINE SARANNO IL NOSTRO MIGLIOR VIATICO SOVRANISTA E POPOLARE
LA VERTENZA ALITALIA VA SOSTENUTA CON OGNI MEZZO, COME UNA DELLE VERTENZE PILOTA DOVE I MOTIVI COSTITUZIONALI , DEL LAVORO, DEL RILANCIO DELLA COMPAGNIA DI BANDIERA DIVENTANO UNO SCONTRO SIMBOLICO DI GRANDE CARATURA, ANCHE CON TUTE LE DIFFICOLTA’ DI FARLO VIVERE : NON VA DIMENTICATA LA SIGNIFICANTE MANIFESTAZIONE SERIA ED INCISIVA DEL 27 MAGGIO SCORSO.
I fini esegeti ci sono e stanno venendo: mancano i “capitani”,più che gli opinionisti : in questo dovremmo creare la differenza e la sostanza.
ITALIA RIBELLE E SOVRANA, PER LA CLN E L’ARTICOLAZIONE DEL SUO INTENTO
SOVRANISMO COSTITUZIONALE-PATRIOTTISMO POPOLARE –DEMOCRAZIA ECOOMICA E DIRITTI SOCIALI !

Luca Massimo Climati
17/6/2017 rivisita del 2/7 2017

Continua  »

1.7.17

I MILIONARI AUMENTANO MA I POVERI DI PIÙ

Il Sole 24 Ore del 14 giugno ci informava sui risultati di una ricerca dell'autorevole The Boston Consulting Group sulla concentrazione di ricchezza nel mondo e la crescita del divario tra classi sociale ricche e povere—vedi più sotto.
Agghiacciante. Così, d'istinto, ti vengono in mente gli SPARI SOPRA di Vasco Rossi
Nell'articolo, di un cinismo disarmante (istruisce i milionari a diventare ancor più ricchi) la Lucilla Incorvati ci informa che negli ultimi decenni e malgrado la crisi (anzi, grazie ad essa) molti ricchi sono diventati ricchissimi, tant'è che in Italia ci sono ben 307mila famiglie con patrimoni finanziari milionari. Ci dice anche che queste famiglie, nel 2021, saranno 433mila.

Per contraltare l'Istat ci informa oltre 4 milioni e mezzo di italiani vivono oggi in condizioni di povertà assoluta. I dati raccolti riguardano l’anno compreso tra il 2014 e il 2015, e attestano la soglia di povertà assoluta al 6,1% delle famiglie italiane, per un totale di 4 milioni 598 mila individui.
Ene passant: il Pil procapite italiano fa -24% rispetto a quello della Germania.
Un bel cadeau dell'Unione europea!


In Italia 307mila famiglie con patrimoni milionari


La crescita della ricchezza finanziaria privata nel mondo non si arresta: nel 2016 la corsa di Wall Street e degli altri principali mercati ha portato il valore totale di azioni, obbligazioni e depositi alla cifra record di 166.500 miliardi di dollari. Rispetto al 2015 si tratta di un incremento del 5,3%. Nel 2021 dovrebbe raggiungere i 223.100 miliardi di dollari, con una crescita media annua del 6%, derivante in parti uguali dalla creazione di nuova ricchezza e dalla valorizzazione degli asset. Sono queste le principali evidenze del 17° rapporto sulla ricchezza di The Boston Consulting Group.
L ’aumento della ricchezza è avvenuto a tutte le latitudini, ma ancora una volta è stata l’area Asia-Pacifico a segnare lo sviluppo più rapido: nel 2016 l’incremento è stato del 9,5% (è strato del 12% nel periodo 2011-2015) in grado di prospettare a breve uno storico sorpasso ai danni dell’Europa occidentale come secondo mercato più ricco. L’area con Stati Uniti, Canada e Messico ha segnato un incremento robusto, +4,5%, superiore a quello dell’Europa occidentale (+3,2%). Per queste due regioni, così come per America Latina e Medio Oriente e Africa, l’andamento nel 2016 è stato migliore del 2015. A livello globale il numero di famiglie milionarie (chi ha ricchezze finanziarie superiori al milione di dollari) è cresciuto in un anno del 7%, arrivando a quota circa 18 milioni. Ovvero l’1% delle famiglie, che detengono il 45% della ricchezza totale.
L’Italia, che mantiene da anni la 10° posizione al mondo, conta 307mila famiglie milionarie nelle cui mani c’è il 20,9% della ricchezza finanziaria italiana.
Nel 2021 saranno 433mila, l’1,6% del totale mondiale e con uno stock pari al 23,9%. «Se la ricchezza finanziaria globale è cresciuta del 5,3% e, in Europa del 3,2%, l’Italia ha registrato una leggera battuta d’arresto dovuta principalmente alla riduzione di valore delle partecipazioni azionarie dirette e degli investimenti obbligazionari che avevano come controparte istituzioni finanziarie» – ricorda Edoardo Palmisani, principal di BCG.


Le dinamiche della ricchezza finanziaria sono sempre legate a due fattori: la nuova ricchezza generata e la performance del portafoglio. Il report evidenzia come la creazione di nuova ricchezza sia rimasta pressoché costante, mentre sono stati gli investimenti diretti azionari ed obbligazionari a generare una performance negativa, seppur parzialmente controbilanciati da fondi comuni e gestioni patrimoniali. Nei prossimi 5 anni ci aspettiamo che la ricchezza italiana riprenda a crescere, superando i 5 trilioni di dollari dagli attuali 4,5 trilioni. A trainare saranno nuovamente i soggetti che hanno più di un milione di ricchezza e che cresceranno a tassi del 5/6%. Il portafoglio delle famiglie continuerà a ribilanciarsi verso le azionari a scapito di obbligazioni, cash e depositi per raggiungere un’allocazione più efficiente, in linea a quanto già accade in Europa o in America».

Per chi si occupa di wealth management lo studio evidenzia la necessità di adottare un nuovo approccio al digitale per recuperare in competitività e focalizzarsi sui momenti chiave per il cliente, offrendo i servizi giusti al momento giusto.

Continua  »

TEMI

Confederazione per la Liberazione Nazionale (61) CLN (44) elezioni 2018 (20) Italia Ribelle e Sovrana (17) Leonardo Mazzei (17) Sicilia Libera e Sovrana (17) Beppe De Santis (16) Noi siciliani con Busalacchi (16) Alitalia (13) II assemblea della CLN 1-3 settembre 2017 (12) Unione Europea (12) elezioni regionali siciliane 2017 (12) nazionalizzazione (12) sinistra (11) Sicilia (10) euro (10) C.L.N. (9) sovranità nazionale (9) Sandokan (7) Costituzione (6) Fabio Frati (6) Lega Nord (6) Luca Massimo Climati (6) Cerveteri Libera (5) Emiliano Gioia (5) Flat tax (5) Italia (5) Lista del Popolo (5) Matteo Renzi (5) Moreno Pasquinelli (5) Movimento 5 Stelle (5) Noi Mediterranei (5) Risorgimento Socialista (5) immigrazione (5) legge elettorale (5) sovranismo (5) Alitalia all'Italia (4) CUB trasporti (4) Ferdinando Pastore (4) Germania (4) Matteo Salvini (4) Programma 101 (4) antifascismo (4) crisi (4) popolo (4) sovranità popolare (4) Antonio Ingroia (3) Daniela Di Marco (3) Franco Busalacchi (3) Partito Democratico (3) Pd (3) Piemme (3) destra (3) elezioni siciliane 2017 (3) lavoro (3) nazionalismo (3) neoliberismo (3) patriottismo (3) patriottismo costituzionale (3) sistema proporzionale (3) 25 aprile 2017 (2) Alberto Bagnai (2) Antonio Amoroso (2) Armando Siri (2) Carlo Formenti (2) Emmezeta (2) Forum dei Popoli Mediterranei (2) Forza del Popolo (2) Francia (2) Franz Altomare (2) Giovanni Di Cristina (2) Giulietto Chiesa (2) Giuseppe Angiuli (2) Grecia (2) In nome del popolo italiano (2) Je so' Pazzo (2) La variante populista (2) Lega (2) Luciano Canfora (2) M5S (2) Macron (2) Piattaforma sociale Eurostop (2) Regno Unito (2) Resistenza (2) Riccardo Achilli (2) Rivoluzione Democratica (2) Rosatellum (2) Troika (2) Ugo Boghetta (2) democrazia (2) economia (2) elezioni (2) fascismo (2) globalizzazione (2) mercato (2) neofascismo (2) patriottismo repubblicano (2) politica monetaria (2) populismo (2) rosatellum 2.0 (2) sinistra anti-nazionale (2) tasse (2) 2 giugno (1) Africa (1) Air France-Klm (1) Alberto Micalizzi (1) Alessandro Chiavacci (1) Angelo Panebianco (1) Arditi del Popolo (1) Articolo 1-Mdp (1) BCE (1) Bagheria (1) Banca centrale (1) Bernie Sanders (1) CLN-Sardegna (1) CUB (1) Campo Progressista (1) Catalogna (1) Cerveteri (1) Ceta (1) Chianciano Terme (1) Chikungunya (1) Civitavecchia (1) Claudio Borghi (1) Coordinamento per la Democrazia Costituzionale (1) Delta Air Lines (1) Di Maio (1) Die Linke (1) Diego Fusaro (1) Dimitris Mitropoulos (1) Diosdado Toledano (1) Edoardo Biancalana (1) Elkaan (1) Emmanuel Macron (1) Enea Boria (1) Enrico Laghi (1) Eurogruppo (1) Europa (1) Fabrizio De Paoli (1) Festa della Repubblica (1) Fiat Chrysler (1) Fiorenzo Fraioli (1) Fiscal Compact (1) Fondamenta (1) Forum Internazionale 1 settembre 2017 (1) Forum Popoli Mediterranei (1) George Soros (1) Giuliano Pisapia (1) Glauco Benigni (1) Grassobbio (1) Indipendenza e Costituzione (1) Industria 4.0 (1) Inge Hoger (1) Intesa Sanpaolo (1) Jean Luc Mélenchon (1) Jean-Claude Juncker (1) Jens Weidmann (1) Jeremy Corbyn (1) Kemi Seba (1) Le Pen (1) Leoluca Orlando (1) Lillo Musso Massimiliano (1) Luigi Di Maio (1) Luigi Gubitosi (1) Manifestazione Nazionale 25 marzo 2017 (1) Manolo Monereo (1) Marco Zanni (1) Mariano Ferro (1) Mauro Pasquinelli (1) Mauro Scardovelli (1) Mdp (1) Medioriente (1) Mediterraneo (1) Millennial (1) Mimmo Porcaro (1) Movimento Popolare di Liberazione (1) NPL (1) Nello Musumeci (1) Nino Galloni (1) Norberto Fragiacomo (1) ONG Jugend Rettet (1) PIL (1) Papa Bergoglio (1) Piano per la Rinascita di Alitalia (1) Pietro Attinasi (1) Pomigliano d’Arco (1) Portella della Ginesta (1) Portella della Ginestra (1) Putin (1) Quantitative easing (1) Referendum in Veneto e Lombardia (1) Reggiani Macchine (1) Rifondazione Comunista (1) Risorgimento (1) Roberta Lombardi (1) Roberto Garaffa (1) Rosatellum 2 (1) Russia (1) Salvini (1) Sandro Arcais (1) Senso Comune (1) Silvio Berlusconi (1) Sinistra Italiana (1) Smartphone (1) Socialismo (1) Spagna (1) Stato (1) Stato di diritto (1) Stato nazione (1) Statuto della CLN (1) Stefano Paleari (1) Stx (1) Toni Negri (1) Tsipras (1) Ttip (1) Unità Popolare (1) Venezuela (1) Wolfgang Münchau (1) aiuti di Stato (1) ambiente (1) americanizzazione (1) anarco-immigrazione (1) antimperialismo (1) assemblea fondativa (1) astensionismo (1) autodeterminazione dei popoli (1) azienda strategica (1) blocco sociale (1) bollette non pagate (1) brexit (1) capitalismo (1) casa pound (1) centro-destra (1) centro-sinistra (1) change.org (1) cinque stelle (1) classe (1) classi sociali (1) compagnia di bandiera pubblica (1) comunità (1) costo del lavoro (1) debitocrazia (1) debitori (1) diritti sociali (1) ego della rete (1) elezioni comunali 2017 (1) elezioni comunali siciliani 2017 (1) elezioni politiche 2018 (1) elezioni siclia 2017 (1) embraco (1) fabbrica (1) fiducia (1) franco (1) governabilità (1) iGen (1) ideologia (1) il pedante (1) immigrazione sostenibile (1) incendi (1) internazionalismo (1) italiani (1) italiano (1) lavoratori (1) legittima difesa (1) libero mercato (1) libero scambio (1) licenziamento (1) lingua (1) lingua nazionale (1) liste civiche (1) mercato libero (1) mercatol (1) migranti (1) minibot (1) neolingua (1) operai (1) ordo-liberismo (1) ordoliberismo (1) partito della nazione (1) petizione (1) piena occupazione (1) populismo di sinistra (1) post-operaismo (1) poveri (1) povertà (1) precari (1) precariato (1) premio di maggioranza (1) privatizzazione (1) privatizzazioni (1) rappresentanza (1) razzismo (1) reddito di cittadinanza (1) referendum (1) referendum Alitalia (1) repressione (1) ricchezza (1) ricchi (1) robot (1) schiavismo (1) seconda Repubblica (1) sinistra sovranista (1) sistema elettorale (1) sistema tedesco (1) sociologia (1) sondaggi (1) sovranismo costituzionale (1) sovranità e costituzione (1) sovranità monetaria (1) spread (1) stella rossa (1) tagli ai salari (1) tagli all'occupazione (1) tecnologia (1) xenofobia (1) élite (1)

Blogger templates