La CLN nacque all’indomani del referendum del 4 dicembre 2016. Sulla base di un’innovativa fisionomia confederativa essa si strutturava come contenitore pluralista di forze sovraniste costituzionali e patriottiche con l’obiettivo di mettere in campo un’azione politica sistematica contro la visione europeista, neoliberista e globalista dominante. La CLN riusciva in effetti a integrare e coinvolgere diverse realtà già presenti nel panorama italiano svolgendo diverse iniziative politiche e culturali.
Che il Paese fosse alle porte di una svolta, che vi fosse una maggioranza di cittadini non più prigioneri della narrazione dei dominanti è stato ampiamante dimostrato dalle elezioni del 4 marzo. Fu sulla base di questa consapevolezza che nel giugno 2017 nella CLN maturò la convinzione che fosse necessario costruire, in vista delle elezioni regionali siciliane del novembre e di quelle nazionali del marzo 2018, un polo elettorale indipendente e unitario del patriottismo costituzionale. Una minoranza contestò questa proposta e abbandonò la CLN.
Lanciato in settembre l’Appello “per un’Italia ribelle e sovrana” la CLN tentò in ogni modo, in vista del 4 marzo, di raggruppare forze per dare vita ad una lista che ponesse al centro la conquista della sovranità nazionale e l’applicazione della Costituzione. L’insuccesso di questi sforzi (che si aggiungeva al fallito tentativo di presentare una lista in Sicilia) spinse una parte ad abbandonare la CLN per aderire alla “Lista del Popolo”.
Ad un anno di distanza dalla sua fondazione dobbiamo prendere atto di non essere riusciti a mettere insieme un nucleo solido di forze che potessero convergere su un programma comune, superando le differenze e i personalismi politici in vista di un obiettivo che, a tutt’oggi, mantiene un grande potenziale.
Il terremoto elettorale del 4 marzo, proprio perché ha dimostrato che non esiste, ne' a sinistra ne' a destra, una forza popolare davvero alternativa che avesse chiari i punti fondamentali di uscita dall’euro e dall’Unione Europea e di attuazione di politiche pubbliche sovrane di intervento statale, è stata una occasione perduta per le minoranze del patriottismo costituzionale.
Alla luce di quanto sopra, poiché non sussistono al momento le condizioni di una sua azione efficace (sono nel frattempo scomparsi molti dei soggetti politici che si puntava a confederare), la CLN sospende temporaneamente le sue attività. Chi ne fa ancora parte, visto il momento particolarissimo in cui si trova il nostro Paese, continuerà a collaborare, dando priorità all’elaborazione di un pensiero e di modalità d’azione politica che siano al contempo costruttivamente alternativi all'attuale disegno socio economico dei dominanti e capaci di attivare e mobilitare nuove energie, guardando quindi al di là del perimetro del “sovranismo”.
Che il Paese fosse alle porte di una svolta, che vi fosse una maggioranza di cittadini non più prigioneri della narrazione dei dominanti è stato ampiamante dimostrato dalle elezioni del 4 marzo. Fu sulla base di questa consapevolezza che nel giugno 2017 nella CLN maturò la convinzione che fosse necessario costruire, in vista delle elezioni regionali siciliane del novembre e di quelle nazionali del marzo 2018, un polo elettorale indipendente e unitario del patriottismo costituzionale. Una minoranza contestò questa proposta e abbandonò la CLN.
Lanciato in settembre l’Appello “per un’Italia ribelle e sovrana” la CLN tentò in ogni modo, in vista del 4 marzo, di raggruppare forze per dare vita ad una lista che ponesse al centro la conquista della sovranità nazionale e l’applicazione della Costituzione. L’insuccesso di questi sforzi (che si aggiungeva al fallito tentativo di presentare una lista in Sicilia) spinse una parte ad abbandonare la CLN per aderire alla “Lista del Popolo”.
Ad un anno di distanza dalla sua fondazione dobbiamo prendere atto di non essere riusciti a mettere insieme un nucleo solido di forze che potessero convergere su un programma comune, superando le differenze e i personalismi politici in vista di un obiettivo che, a tutt’oggi, mantiene un grande potenziale.
Il terremoto elettorale del 4 marzo, proprio perché ha dimostrato che non esiste, ne' a sinistra ne' a destra, una forza popolare davvero alternativa che avesse chiari i punti fondamentali di uscita dall’euro e dall’Unione Europea e di attuazione di politiche pubbliche sovrane di intervento statale, è stata una occasione perduta per le minoranze del patriottismo costituzionale.
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