ELEZIONI 2018: LA PROPOSTA DELLA C.L.N.

7.3.18

ASTENSIONE: PER LA CRONACA....

L’affluenza degli elettori al voto di domenica 4 marzo per rinnovare il Parlamento è stata del 72,9% per la Camera e appena più alta (72,99%) per il Senato. È stata l’affluenza più bassa per le elezioni politiche nella storia repubblicana del nostro Paese: nel 2013, quando si poteva votare anche il lunedì mattina, l’affluenza era arrivata a poco più del 75% e aveva portato il numero di votanti per la prima volta in Italia sotto l’80%. Nel 1948 si superava il 92%.

Gli italiani che avrebbero avuto il diritto di votare erano quest’anno 46.605.046 ma quelli che si sono effettivamente recati ai seggi sono stati appena meno di 34 milioni: 33.978.719. In altri termini, più di 12 milioni e mezzo di italiani sono rimasti a casa e non hanno votato.

Dei 34 milioni che hanno ritirato la scheda, più di 350 mila la hanno restituita (per il voto alla Camera) senza compilarla e in totale le schede che sono state annullate sono oltre un milione: gli italiani che in effetti non hanno votato sono dunque più di 13 milioni e mezzo. E quelli che hanno votato meno di 33 milioni.

Le percentuali sono molto diverse a seconda delle Regioni e al loro interno. Quest’anno il Veneto ha strappato di poco all’Emilia Romagna il primato della Regione con la più alta affluenza al voto: 78,8% contro 78,3%, ma cinque anni fa entrambe le Regioni erano al di sopra dell’80%. A Padova e Vicenza sono andate alle urne anche questa volta più di otto persone su dieci, come anche nella provincia di Bergamo, ma sono ormai eccezioni. In Lombardia la percentuale dei votanti si è fermata al 77%, in Piemonte si scende al 75%.

L’affluenza diminuisce spostandosi verso il Sud. Nel Lazio sfiora il 73%, con un calo di cinque punti negli ultimi cinque anni. In Campania si scende al 67,8, cioè solo due persone su tre votano mentre la terza rimane a casa, anche se la situazione è quasi uguale a quella del 2013.

Il record negativo spetta alla Sicilia, dove ha votato solo il 63% delle persone, e alla Calabria, dove si arriva al 63,5%. Nelle province di Agrigento e Caltanissetta la percentuale si abbassa attorno al 60% ma ci sono anche zone della Sicilia, come Palma di Montechiaro, Lampedusa e Linosa, dove la percentuale è già sotto il 50%: è andata a votare meno di una persona su due.

* Fonte: LA STAMPA

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