Provo a smentire un luogo comune secondo il quale il sovranismo nel nostro Paese sarebbe nato a destra, quindi destinato ad approdare sugli angusti lidi di un nazionalismo regressivo. Indico quindi le tappe faticose con cui ha preso forma, nel nostro Paese, quella corrente politica e di pensiero che rappresenta a tutti gli effetti la parte più avanzata del sovranismo democratico e costituzionale. Un percorso, come vedremo, faticoso che chiamo “traversata nel deserto”. Una traversata, come scrivo, che si è finalmente conclusa con la nascita della Confederazione per la Liberazione Nazionale e che trova, nel sodalizio con Sicilia Libera e Sovrana (sancito dal Patto politico, siglato nel luglio 2017), il suo primo e significativo punto di approdo.
Era il dicembre del 2008. In un’Italia distratta dalla contesa tra berlusconismo e anti-berlusconismo che non si avvedeva che una catastrofe economica e sociale si stava abbattendo sul Paese, un manipolo di intellettuali e militanti lanciava un appello dal titolo “Fuori dal recinto, rompiamo gli indugi”.
Esso si apriva in modo perentorio:
«SIAMO AD UN TORNANTE DELLA STORIA.
La crisi economica in corso porta con se una tremenda crisi sociale, culturale, ambientale. Essa travolge le vecchie certezze: dal mito della globalizzazione a quello del mercato. Poche decine di iper-miliardari possiedono più beni di intere nazioni e di miliardi di persone. La natura tutta – aria, acqua, suoli – è vicina al collasso. L’economia e la politica sono fuori controllo e sempre più in mano a comitati d’affari mafiosi che stanno usando ogni mezzo per scaricare la crisi sui popoli, sui lavoratori e sugli emarginati di ogni angolo del pianeta».
Da quell’appello sorse un mese dopo, nel gennaio 2009 (Chianciano Terme), Rivoluzione Democratica. Un’associazione che prima in Italia rivendicò l’uscita dall’Unione europea ed il recupero della sovranità nazionale come assi strategici di azione politica. Il Manifesto di Rivoluzione Democratica recitava:
«In questo quadro è necessario riaffermare il principio della sovranità nazionale, premessa indispensabile per uscire dall’odierna subalternità alle esigenze statunitensi, ma anche – in prospettiva - per perseguire un progetto di sganciamento dagli imperativi delle oligarchie finanziarie e dai loro organismi sovranazionali.
Lotta dunque per la chiusura delle basi militari Usa e Nato, uscita dall’Europa antidemocratica delle élite dominanti (UE), impegno per l’alternativa di una Europa dei popoli, rottura con le politiche classiste degli organismi economici internazionali».
Oggi possiamo affermare che quello era l’atto di nascita della sinistra patriottica, della corrente politica del sovranismo democratico.
Sapevamo di avere davanti a noi una strada irta di ostacoli, di tabu da violare. Non immaginavamo che davanti a noi si apriva il deserto, una marcia che avrebbe lasciato a terra molti di noi. La sinistra ufficiale, nelle sue varie sfumature considerò la nascente sinistra no-euro e sovranista come un’eresia e ci condannò all’ostracismo.
Ci volle tutta la nostra tenacia per resistere all’accerchiamento e promuovere l’incontro dell’ottobre 2011 (Chianciano Terme) “Fuori dall’euro! Fuori dal debito!”.
Fu un successo che permise il passaggio dall’Associazione Rivoluzione Democratica ad un vero e proprio soggetto politico: il Movimento Popolare di Liberazione che aveva nel blog SOLLEVAZIONE la sua punta di diamante.
Erano i mesi del marasma in Grecia, della lettera della Bce e della crisi dello spread in Italia. Il golpe bianco, regista Giorgio Napolitano, con cui fu defenestrato Berlusconi e messo al suo posto il Quisling euro-tedesco Mario Monti che poi attuerà la sua cura da cavallo.
Ci sembrava, in quei mesi concitati, che la traversata nel deserto stesse per finire. Non era così. Un nuovo protagonista irromperà sulla scena, il Movimento 5 Stelle, il quale riuscì a raccogliere la protesta latente del popolo indignato, costringendoci ad una difficile lotta di resistenza.
Attorno a noi si erano andati nel frattempo raccogliendo altri coraggiosi, che rifiutarono l’alternativa tra la resa e il salire sul carro pentastellato. Mentre anche altri gruppi no-euro prendevano forma, si svolse nel gennaio 2014 (Chianciano Terme) il grande convegno “Oltre l’euro”, sulla cui scia sorse il Coordinamento della Sinistra contro l’Euro, il quale avrà un ruolo importante per aprire una breccia nel campo delle sinistre e mettere definitivamente a tema l’uscita dall’Unione europea e la necessità per il Paese di conquistare la sua piena sovranità, politica, economica e monetaria.
Oltre a produrre il “Vademecum: perché il nostro Paese deve uscire dall’euro e come può riprendersi la sua sovranità” —un opuscolo a carattere scientifico unico nel suo genere— il Coordinamento della sinistra contro l’euro svolse numerose iniziative tra cui, nell’agosto 2014 (Assisi), il primo Forum internazionale no-euro, che sarà seguito l’anno successivo dal Forum di Atene, e poi di nuovo in Italia nel 2016 (Chianciano Terme).
Nel frattempo, a partire dal maggio 2015 si avviava nel Coordinamento un processo di unificazione dei diversi gruppi, politici e civici, che ne facevano parte. A questo scopo si svolse a Morlupo, nei pressi di Roma, il seminario che darà vita al Movimento di Liberazione Popolare – Programma 101.
E qui siamo all’oggi, alla fine della traversata nel deserto, alla nascita della Confederazione per la Liberazione nazionale (CLN), sancita con l’assemblea del 25 aprile 2017 a Roma.
Parlo a ragion veduta di fine della traversata nel deserto. La forza della CLN non è costituita solo dalla sua chiarezza programmatica, dalla sua linea strategica —fattori decisivi e unici nel panorama politico italiano. Ci sono altri due punti di forza: la sua base militante, quindi il suo nuovo gruppo dirigente.
E’ finita la fase della divulgazione, dei convegni, ora si deve passare alla seconda fase, a quella che potremmo chiamare “andata al popolo”. Di qui la decisione della CLN di sostenere la battaglia di Noi siciliani con Busalacchi – Sicilia Libera e Sovrana, e quindi la chiamata alle armi di attivisti sociali e cittadini di tutt’Italia in vista della sfida elettorale della primavera del 2018, dando vita ad una lista unitaria dell’Italia Ribelle e Sovrana.
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