Il XXI secolo si presenta, per i proletari di ogni posto del
mondo, come il periodo peggiore della storia dell’umanità, siamo giunti
all’apocalisse.
Tra dieci anni non ci sarà più sufficiente lavoro per gli
esseri umani, profetizzano i ricercatori di Bruegel, influente think-tank di Bruxelles, un gruppo di esperti impegnato nell'analisi
e nella soluzione di problemi complessi, specie in campo economico, politico o
militare.
Alcune professioni,
si prevede, spariranno del tutto sostituite da macchine guidate da algoritmi, altri mestieri
vedranno assottigliarsi sempre più la necessità di utilizzare mano d’opera per
la produzione.
Quelli del Boston Consulting Group definiscono questa nuova
era “Industria 4.0”, un'epoca pronta a surclassare ogni altro periodo
storico, favorevole al capitalismo ed a tutte le classi dirigenziali del
pianeta.
Ogni settore della società verrà toccato da questa ennesima, nuova,
rivoluzione.
Questa deve essere
una delle analisi, e dei motivi, che hanno spinto i pentastellati ad insistere
per il reddito di cittadinanza, un obolo, a nostro modo di vedere, da parte
dei padroni per i proletari e comunque
tutte le fasce più disagiate, per continuare ad alimentare il sistema
consumistico necessario per rimpinguare i capitali dei “mangia vite”.
Gli stessi che hanno
gridato al voto di scambio, di fronte alla paghetta offerta dal “divo” di
Firenze, ai salariati poco prima di una tornata elettorale, piegano la testa al
sistema economico che, dall’epoca di Henry Ford, ha
saputo vedere proprio nei produttori di merci dei potenziali consumatori.
Certo non è
direttamente un voto di scambio, certo questa tecnica non si palesa
nell’immediato come una “marchetta” per ottenere una maggioranza politica, ma
quante vite verranno “acquistate” dal sistema capitalistico con questo
strumento?
Per quanto concerne
i robot, Karl Marx del resto fu ancora più profetico del gruppuscolo di
Bruxelles, analizzò nel XIII° capitolo del capitale l’avvento delle macchine
nella produzione industriale, spiegando come i robot non sarebbero state di
nessun aiuto nella vita degli uomini, e che tutt’ al più sarebbero state
complici di eccessi di produzione con nuovi ulteriori problemi, che si
sarebbero riversati sulle comunità.
Gli eccessi di produzione già esistono, e
creano non pochi problemi alle nostre aziende, tra rifiuti da smaltire e aumento
del costo dei prodotti, perché il prezzo comprende, alla voce “costi di
gestione”, il prezzo dello smaltimento del surplus produttivo.
Ed è per questo che
molte società hanno trovato degli escamotage, spesso fingiamo di non esserne a
conoscenza, ma molti di noi sanno dove
finiscono, non è forse vero?
In Africa, passando dalla voce “costi di gestione”
alla voce “donazione”, facendo risparmiare alla nostra industria i costi di
smaltimento e consentendo loro di ricevere anche degli sgravi fiscali (che paga
la comunità).
Il nostro, non
poteva nemmeno immaginare a che punto sarebbe arrivata l’ingordigia umana, né a
che livelli di sublimazione sarebbero arrivate le tecniche economiche
concernenti il lavoro ed il plus-lavoro.
Quello che sfugge al
popolo è che con l’obolo statale (di questo si tratta), se da una parte viene
alla mente l’idea di stare in panciolle e ricevere dei soldi a casa per
sopravvivere, potrebbe anche essere piacevole per alcuni, il resto dei
lavoratori professionalmente più qualificati dovranno, per conseguenza logica,
soffrire nuove ulteriori pressioni fiscali e subire ulteriore consumo dei
diritti civili e lavorativi, raggiunti con decenni di lotte, per spingere
realmente ad un totale smembramento dell’industria, dell’artigianato, delle
professioni, per spianare la strada all’avvento di nuovi schiavi meccanici.
Il paese Italia non
ha bisogno di beneficenza, né di robot, né di vendere l’anima ai chiaroveggenti
Bostoniani per conoscere il suo futuro. La nostra nazione seppur inclusa tra i
paesi più industrializzati del mondo, ha da sempre nell’indotto
dell’artigianato, dell’alimentazione, del turismo, del manifatturiero e
dell’agricoltura le sue punte di diamante, i robot non sono altro che una
scelta politica per un nuovo assetto societario della nostra patria.
Nessun uomo dovrebbe
elemosinare il lavoro, nessun uomo dovrebbe vivere di sussistenza, se avviene è
perché il paese in cui vive ha fallito nella gestione della sua economia per
scelte politiche, mai per il rinnovamento tecnologico.
Saremo
all’apocalisse un giorno, ma non tra un decennio e forse nemmeno tra cento anni,
se accetteremo di assolvere ai nostri compiti di uomini e donne liberi, se
entreremo nella logica che un paese sovrano non si fa imporre nulla da degli
occhialuti pensatori asserviti ai progetti egemonici per l’economia di chi
dell’imperialismo ha fatto il proprio credo.
Fuori da questi
meccanismi c’è tutto un mondo, c’è un' Italia Ribelle e Sovrana.
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