Da sinistra: Beppe De Santis e Moreno Pasquinelli
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LA NOSTRA STELLA POLARE È LA SOVRANITÀ
Il patriottismo costituzionale. La sovranità costituzionale. La sovranità popolare, che non esiste senza sovranità statale. Senza la sovranità dello Stato-Nazione, nella quale la sovranità nazionale è storicamente incardinata e incardinabile. La sovranità popolare non esiste senza sovranità monetaria.
Perché è lo Stato che batte moneta, non è la moneta che batte e da forma allo Stato.
E ancora, la sovranità condivisa delle Autonomie, delle Autonomie speciali.
Come quella siciliana.
Difendere e rilanciare le autonomie.
All’interno della difesa e rilancio della sovranità.
Dello STATO NAZIONALE O PLURI-NAZIONALE.
Contro il finanzcapitalismo globale speculativo. Contro il neoliberismo. Contro questa Unione Europea distruttrice delle sovranità costituzionali, dei diritti costituzionali dei Popoli, del lavoro, del reddito, dello Stato sociale, della dignità, della vita.
Contro il sistema dell’euro, che è un sistema di potere, di dominio, del finanzcapitalismo speculativo, delle oligarchie neoliberiste ed euriste.
MEDITERRANEO E SOVRANITÀ
Questo è il filo rosso, la sfida della nostra umile, generosa, audace, santa, assemblea.
Il Mediterraneo, dunque.
“Che il Mediterraneo sia”.
Dal titolo di una canzone struggente del mio amato cantautore mediterraneista, e mio amico, Eugenio Bennato.
“Mediterraneo, mare di pace e benessere”. Facile a dirsi, gravoso e ardimentoso a farsi.
Il Mediterraneo odierno, più precisamente “i Mediterranei”, in particolare il Mediterraneo Orientale, lo spazio di massima conflittualità mondiale. Conflittualità geostrategica, geopolitica, geoeconomica e culturale. La Siria, l’Iraq e la Libia, tra gli epicentri.
E spazio di estremo malessere statuale-politico, sociale, culturale.
Gli studiosi di geopolitica usano anche il concetto di “Grande Mediterraneo” (i cosiddetti “Cinque Mari”), alludendo ad uno spazio più ampio comprendente, oltre il Mediterraneo propriamente inteso, anche l’area del Mar Rosso, del Golfo Persico, del Mar Caspio e del Mar Nero.
GUERRA E MALESSERE.
Diamoci, allora, le coordinate strategiche per perseguire PACE E BENESSERE.
Chi è il nemico principale, il primo nemico, del Mediterraneo di pace e benessere?
E' l’imperialismo globale (con al centro ancora gli USA, e i sub-imperialismi continentali, come quello germanico in Europa), il finanzcapitalismo, l’oligarchia neoliberista globalista, la trama delle 100.000 multinazionali globali, che comandano il Mondo, invece degli Stati parzialmente de-sovranizzati.
Il punto.
Il finanzcapitalismo globale ha svuotato di sovranità e risorse, sta svuotando, e anche destrutturando, diecine di Stati-nazione storicamente solidi e forti, appartenenti alla tradizionale area forte del Nord del Mondo (area OCSE).
Lo stesso massacro, geometricamente moltiplicato, è stato già riservato alla platea degli Stati più deboli e precari dell’ex-Terzo Mondo, del Nord-Africa, dell’Africa intera, del Medio Oriente, dell’America latina, dell’Asia meridionale.
Con effetti devastanti: degrado dei già troppo gracili sistemi economici, disgregazione sociale, svuotamento dei locali sistemi di welfare, povertà di massa, degrado ambientale, rabbia e dolore sociale diffusi, delegittimazione degli assetti statuali e istituzionali tradizionali, rivolte diffuse e senza sbocco, ispessimento pervasivo delle ideologie, e dei moti e movimenti radicali.
1- E allora, dal Mediterraneo (Riva Nord, Riva Sud, Riva est) lotta frontale, senza tregua, contro il finanzcapitalismo globale, finanziario e speculativo.
Contro l’IMPERIALISMO GLOBALE. L’imperialismo delle multinazionali globali.
2 - E allora,resistenza per la difesa delle SOVRANITA’ statuali, popolari e monetarie, e riconquista della piena sovranità. Nei e daiMediterranei del Nord, del Sud e dell’Est. Contemporaneamente e insieme.
3 - Tra le sovranità capitali degli Stati sovrani, vi sono la sovranità geostrategica, cioè militare e di sicurezza; la sovranità in politica estera.
Sovranità da difendere e potenziare.
Per quanto ci riguarda: l’Italia fuori dalla Nato e smantellamento delle basi Nato in Sicilia, a partire dal MUOS, il centro di telecomunicazione militare satellitare degli USA.
L’UNIONE EUROPEA HA TRADITO IL MEDITERRANEO, CONSOLIDANDO IL DOMINIO DEL
NEOLIBERISMO GLOBALISTA
In Europa il finanzcapitalismo globale si è incarnato, consustanziato, nell’Unione Europea e nel sistema di potere dell’euro.
Ai Popoli europei hanno fatto credere che la Ue inverasse i principi e i diritti di eguaglianza, di solidarietà, di democrazia, di sovranità popolare, ad un livello più robusto, duraturo e integrale rispetto al livello degli Stati-Nazione d’Europa.
Con la vacua retorica del “Manifesto di Ventotene” di Altiero Spinelli: una impostura.
La UE, negli anni, soprattutto, dagli anni ’90 ha tentato di trasferire meccanicamente il suo dispositivo neoliberista e finanzcapitalista nel Mediterraneo e nelle politiche europee mediterranee. Con una serie di noti passaggi:
- 1990: la Conferenza di sicurezza e cooperazione del Mediterraneo;
- 1990: Gruppo 5+5 del Mediterraneo (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Cipro e Algeria, Tunisia, Marocco, Libia e Mauritania);
- 1992: Proposta di istituzione di un’Area di libero scambio con Marocco e Maghreb e Dichiarazione sulle relazioni euro maghrebine del Consiglio europeo di Lisbona;
- 1994: Dialogo mediterraneo della NATO;
- 1995: Conferenza euro mediterranea di Barcellona;
- 2008: Unione per il Mediterraneo (UpM), promossa da Sarkozy.
L’obiettivo dichiarato e retorico di queste politiche venticinquennali era quello di costruire un Mare di Pace e Sicurezza, di Benessere economico-sociale, di Dialogo culturale e umano, oltreché di innovazione istituzionale e costituzionale, in senso democratico, ovviamente nel rispetto dei Diritti umani.
NULLA DI TUTTO QUESTO SI E’ AVVERATO.
E’ successo esattamente il contrario: Guerra; Malessere; Destrutturazione statuale e istituzionale.
Queste politiche sono completamente fallite. Fallite nelle intenzionalità retoriche. Finte. Ma riuscite nelle intenzionalità effettive: L’AFFERMAZIONE PERVASIVA, NEL MEDITERRANEO, DEL DOMINIO NEOLIBERISTA GLOBALE. Con effetti tragicamente, strutturalmente, disgreganti e deflagranti.
Il Mediterraneo, dunque.
“Che il Mediterraneo sia”.
Dal titolo di una canzone struggente del mio amato cantautore mediterraneista, e mio amico, Eugenio Bennato.
“Mediterraneo, mare di pace e benessere”. Facile a dirsi, gravoso e ardimentoso a farsi.
Il Mediterraneo odierno, più precisamente “i Mediterranei”, in particolare il Mediterraneo Orientale, lo spazio di massima conflittualità mondiale. Conflittualità geostrategica, geopolitica, geoeconomica e culturale. La Siria, l’Iraq e la Libia, tra gli epicentri.
E spazio di estremo malessere statuale-politico, sociale, culturale.
Gli studiosi di geopolitica usano anche il concetto di “Grande Mediterraneo” (i cosiddetti “Cinque Mari”), alludendo ad uno spazio più ampio comprendente, oltre il Mediterraneo propriamente inteso, anche l’area del Mar Rosso, del Golfo Persico, del Mar Caspio e del Mar Nero.
GUERRA E MALESSERE.
Diamoci, allora, le coordinate strategiche per perseguire PACE E BENESSERE.
Chi è il nemico principale, il primo nemico, del Mediterraneo di pace e benessere?
E' l’imperialismo globale (con al centro ancora gli USA, e i sub-imperialismi continentali, come quello germanico in Europa), il finanzcapitalismo, l’oligarchia neoliberista globalista, la trama delle 100.000 multinazionali globali, che comandano il Mondo, invece degli Stati parzialmente de-sovranizzati.
Il punto.
Il finanzcapitalismo globale ha svuotato di sovranità e risorse, sta svuotando, e anche destrutturando, diecine di Stati-nazione storicamente solidi e forti, appartenenti alla tradizionale area forte del Nord del Mondo (area OCSE).
Lo stesso massacro, geometricamente moltiplicato, è stato già riservato alla platea degli Stati più deboli e precari dell’ex-Terzo Mondo, del Nord-Africa, dell’Africa intera, del Medio Oriente, dell’America latina, dell’Asia meridionale.
Con effetti devastanti: degrado dei già troppo gracili sistemi economici, disgregazione sociale, svuotamento dei locali sistemi di welfare, povertà di massa, degrado ambientale, rabbia e dolore sociale diffusi, delegittimazione degli assetti statuali e istituzionali tradizionali, rivolte diffuse e senza sbocco, ispessimento pervasivo delle ideologie, e dei moti e movimenti radicali.
1- E allora, dal Mediterraneo (Riva Nord, Riva Sud, Riva est) lotta frontale, senza tregua, contro il finanzcapitalismo globale, finanziario e speculativo.
Contro l’IMPERIALISMO GLOBALE. L’imperialismo delle multinazionali globali.
2 - E allora,resistenza per la difesa delle SOVRANITA’ statuali, popolari e monetarie, e riconquista della piena sovranità. Nei e daiMediterranei del Nord, del Sud e dell’Est. Contemporaneamente e insieme.
3 - Tra le sovranità capitali degli Stati sovrani, vi sono la sovranità geostrategica, cioè militare e di sicurezza; la sovranità in politica estera.
Sovranità da difendere e potenziare.
Per quanto ci riguarda: l’Italia fuori dalla Nato e smantellamento delle basi Nato in Sicilia, a partire dal MUOS, il centro di telecomunicazione militare satellitare degli USA.
L’UNIONE EUROPEA HA TRADITO IL MEDITERRANEO, CONSOLIDANDO IL DOMINIO DEL
NEOLIBERISMO GLOBALISTA
In Europa il finanzcapitalismo globale si è incarnato, consustanziato, nell’Unione Europea e nel sistema di potere dell’euro.
Ai Popoli europei hanno fatto credere che la Ue inverasse i principi e i diritti di eguaglianza, di solidarietà, di democrazia, di sovranità popolare, ad un livello più robusto, duraturo e integrale rispetto al livello degli Stati-Nazione d’Europa.
Con la vacua retorica del “Manifesto di Ventotene” di Altiero Spinelli: una impostura.
La UE, negli anni, soprattutto, dagli anni ’90 ha tentato di trasferire meccanicamente il suo dispositivo neoliberista e finanzcapitalista nel Mediterraneo e nelle politiche europee mediterranee. Con una serie di noti passaggi:
- 1990: la Conferenza di sicurezza e cooperazione del Mediterraneo;
- 1990: Gruppo 5+5 del Mediterraneo (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Cipro e Algeria, Tunisia, Marocco, Libia e Mauritania);
- 1992: Proposta di istituzione di un’Area di libero scambio con Marocco e Maghreb e Dichiarazione sulle relazioni euro maghrebine del Consiglio europeo di Lisbona;
- 1994: Dialogo mediterraneo della NATO;
- 1995: Conferenza euro mediterranea di Barcellona;
- 2008: Unione per il Mediterraneo (UpM), promossa da Sarkozy.
L’obiettivo dichiarato e retorico di queste politiche venticinquennali era quello di costruire un Mare di Pace e Sicurezza, di Benessere economico-sociale, di Dialogo culturale e umano, oltreché di innovazione istituzionale e costituzionale, in senso democratico, ovviamente nel rispetto dei Diritti umani.
NULLA DI TUTTO QUESTO SI E’ AVVERATO.
E’ successo esattamente il contrario: Guerra; Malessere; Destrutturazione statuale e istituzionale.
Queste politiche sono completamente fallite. Fallite nelle intenzionalità retoriche. Finte. Ma riuscite nelle intenzionalità effettive: L’AFFERMAZIONE PERVASIVA, NEL MEDITERRANEO, DEL DOMINIO NEOLIBERISTA GLOBALE. Con effetti tragicamente, strutturalmente, disgreganti e deflagranti.
L’ITALIA E LA SICILIA HANNO UN GRANDE RILIEVO STRATEGICO
“Cinque fattori in particolare misurano il rilievo dell’Italia e l’impatto delle sue (s)fortune sui protagonisti del teatro mondiale.
In ordine di importanza.
1 - In Italia si decide il futuro dell’euro.
2 - Attraverso lo Stivale filtrano i principali flussi migratori dalla giovane Africa alla vecchia Europa, che incidono sulla sicurezza, sulla stabilità, sull’identità stessa del nostro continente.
3 - In quanto piattaforma logistica nel Mediterraneo restiamo rilevanti per Washington, come testimonia la crescente presenza di truppe e di basi a stelle e strisce, depositi di bombe atomiche e centri di intellingence inclusi, pur dopo lo scadere della "minaccia" sovietica che inizialmente le legittimava.
4 - Siamo contemporaneamente utili a Mosca, nemico d’elezione dell’America, se non altro per il nostro tradizionale feeling pro-russo, insieme culturale e commerciale.
5 - L’Italia è infine all’attenzione della Cina perché al centro del Mediterraneo, dunque titolare potenziale del primo attracco utile nei traffici marittimi Asia-Europa. Collocazione ideale nella trama delle nuove vie della seta, ovvero della “globalizzazione alla cinese”.
Germania, Francia, Stati Uniti, Russia, Cina: la lista delle potenze cui interessiamo e sulle quali possiamo dunque influire è invidiabile.
Ma per passare all’incasso nel mercato geopolitico significa saper valutare il proprio patrimonio strategico, materiale e immateriale,in rapporto a come viene percepito dagli attori più potenti. Significa spenderne una quota per avanzare i propri interessi nel negoziato permanente, che definisce le relazioni internazionali. Funzione che l’Italia svolge poco e male.
L’Italia è un Paese strategico che rifiuta di esserlo, che è incapace di esserlo.
INCAPACE DI ESERCITARE LA PROPRIA PIENA SOVRANITA’. Sovranità ora largamente requisita dagli USA/NATO e dalla UE, oltreché direttamente dalle multinazionali globali.
Il possibile ruolo geopolitico e geo-economico della Sicilia, il protagonismo possibile della Sicilia, si può e si deve ricavare all’interno del ruolo geopolitico dell’Italia, da ritrovare, rinnovare, potenziare —a partire dai cinque fattori sovra-evocati.
DA SOLA, LA SICILIA, GEOGRAFICAMENTE AL CENTRO DEL CENTRO DEL MEDITERRANEO PUR BELLISSIMA, FIERA, RICCA DI RISORSE STRAORDINARIE, NON PUO’ANDARE DA NESSUNA PARTE.
La centralità geografica non fa, di per sè, centralità geopolitica. Il resto è retorica, autoinganno, impostura.
L’ITALIA E LA SICILIA
ITALIA E SICILIA SONO STATE, POTENZIALMENTE POSSONO TORNARE AD ESSERE, DEBBONO TORNARE AD ESSERE UNA IMPORTANTE POTENZA MARITTIMA, grande soggetto marinaro.
L’Italia ha 8000 km di coste. Dimenticate. A sua volta la Sicilia ne ha 1.637. L’immensa RISORSA MARE trascurata, obliata. I nove decimi del COMMERCIO MONDIALE passa via mare. L’Italia, nonostante la sua collocazione privilegiata, attrae soltanto il 40% del potenziale commerciale marittimo intercettabile.
Il punto è che, per l’Italia, alla centralità geografica non corrisponde alcuna centralità strategica.
Per tornare ad essere un autorevole soggetto marittimo, l’Italia (e la Sicilia con l’Italia) deve affrontare e dipanare quattro grandi sfide mediterranee.
1 - La sfida della PACE e della SICUREZZA.
2 - La sfida dell’IMMIGRAZIONE.
3 - La sfida ENERGETICA. Lo scenario geo-energetico mediterraneo è in continuo movimento, in particolare, dopo le scoperte dei giganteschi giacimenti di gas nel Mediterraneo orientale, nelle acque territoriali egiziane, israeliane, turche e cipriote.
4 - La sfida COMMERCIALE. A partire dai percorsi attuativi delle vie della seta.
Attualmente i processi attuativi delle vie della seta scavalcano completamente la Sicilia e l’intero Mezzogiorno d’Italia.
La Cina, dopo svariati tentativi di individuare un porto commerciale che fungesse da perno delle vie della seta,nel sud d’Italia, ha abbandonato sia l’ipotesi di Gioia Tauro che di Taranto. La Sicilia, neppure presa in considerazione, oltre qualche annuncio retorico, perfettamente senza fondamento. L’intera Italia rischia di essere aggirata e scavalcata.
Le trattative, i percorsi progettuali e promozionali relativi alla via adriatica (Venezia - Trieste) e alla via tirrenica (Genova) delle vie della seta sono ancora molto incerti e parziali.
LA SICILIA PROTAGONISTA DELLA RIVOLUZIONE SOVRANISTA COSITUZIONALE
Per tornare ad essere un autorevole soggetto marittimo, l’Italia (e la Sicilia con l’Italia) deve affrontare e dipanare quattro grandi sfide mediterranee.
1 - La sfida della PACE e della SICUREZZA.
2 - La sfida dell’IMMIGRAZIONE.
3 - La sfida ENERGETICA. Lo scenario geo-energetico mediterraneo è in continuo movimento, in particolare, dopo le scoperte dei giganteschi giacimenti di gas nel Mediterraneo orientale, nelle acque territoriali egiziane, israeliane, turche e cipriote.
4 - La sfida COMMERCIALE. A partire dai percorsi attuativi delle vie della seta.
Attualmente i processi attuativi delle vie della seta scavalcano completamente la Sicilia e l’intero Mezzogiorno d’Italia.
La Cina, dopo svariati tentativi di individuare un porto commerciale che fungesse da perno delle vie della seta,nel sud d’Italia, ha abbandonato sia l’ipotesi di Gioia Tauro che di Taranto. La Sicilia, neppure presa in considerazione, oltre qualche annuncio retorico, perfettamente senza fondamento. L’intera Italia rischia di essere aggirata e scavalcata.
Le trattative, i percorsi progettuali e promozionali relativi alla via adriatica (Venezia - Trieste) e alla via tirrenica (Genova) delle vie della seta sono ancora molto incerti e parziali.
LA SICILIA PROTAGONISTA DELLA RIVOLUZIONE SOVRANISTA COSITUZIONALE
Protagonista nell’ambito del movimento antiliberista dei Popoli mediterranei.
Noi Siciliani proponiamo,stiamo promuovendo la nostra parte di battaglia sovranista costituzionale. Stiamo facendo la nostra parte, il nostro dovere.
Col vostro aiuto fraterno, carissimi sovranisti costituzionali italiani, patrioti, innanzitutto della Confederazione per la Liberazione Nazionale (C.L.N.). Con voi, con i quali abbiamo firmato un PATTO DI ALLEANZA, il 17 luglio 2017. Un documento di straordinaria rilevanza strategica e politica.
Con voi, carissimi amici e compagni, patrioti, voi spagnoli di PODEMOS ed altri; voi francesi di FRANCE INSOUMISE; voi greci di UNITA’ POPOLARE; voi tunisini del Movimento della Rinascita, ENNAHDA.
Il caposaldo della nostra strategia e del nostro programma, è l’ATTUAZIONE INTEGRALE, del nostro STATUTO AUTONOMISTICO SPECIALE, compreso il ripristino delle parti proditoriamente soppresse, abrogate, rapinate,inapplicate.
L’attuazione integrale dello Statuto siciliano, nell’ambito dell’attuazione integrale e del ripristino, della COSTITUZIONE ITALIANA.
Gli alleati sono: lo Stato sovrano italiano e gli altri Stati sovrani d’Europa, in particolare, del Mediterraneo.
I nemici: il finanzcapitalismo globale speculativo, il neoliberismo, l’Unione Europea e il sistema di potere dell’euro.
A questo fine, abbiamo anche tentato di affrontare la difficilissima prova elettorale delle elezioni regionali siciliane e del 5 novembre 2017. Per contribuire ad aprire una breccia, un varco sovranista e neo-autonomista, per la Sicilia e dalla Sicilia.
Alcuni de nostri principali punti d'attacco sono:
1- Sovranismo costituzionale e neo-autonomismo.
2 - Smantellamento delle basi NATO in Sicilia e del MUOS.
3 - Politiche di Pace, Sicurezza, Stabilità , di cooperazione economica, di dialogo culturale nel Mediterraneo, sulla base di pari dignità dei Popoli e degli Stati sovrani, sulla base di sistemi di bilanciamento dei legittimi interessi nazionali, contro i sistemi di potere globalisti neoliberisti. Secondo un paradigma multipolare universale, che coinvolga, da protagonisti di pari dignità, tutti gli oltre 200 Stati sovrani del Mondo.
4 - Riorganizzazione e potenziamento strutturale della rete trasportistica, viaria e logistica siciliana, quale nodo centrale delle rete logistica italiana, mediterranea ed europea, accettando la sfida della gestione dei grandi flussi commerciali Asia-Europa, anche sul fronte delle vie cinesi della seta, secondo i propri interessi e sostenibilità.
5 - Promozione della massima autonomia economica possibile, secondo il principio di “Produrre e vendere siciliano”. Riducendo al massimo la pressione dei vincoli esterni.
6 - Promozione della massima SOVRANITA’ ALIMENTARE POSSIBILE. Cibo buono, sano e giusto. La Sicilia quale grande piattaforma della RIFONDAZIONE DELLO STILE DI VITA MEDITERRANEO (diaita=dieta mediterranea). Secondo i valori del recente riconoscimento dell’UNESCO della Dieta Mediterranea quale patrimonio culturale dell’Umanità. E le straordinarie suggestioni, a questo proposito, contenute nell’Enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco.
7 - Promozione della massima autonomia energetica e della progressiva sostituzione delle fonti fossili con quelle alternative sostenibili.
1- Sovranismo costituzionale e neo-autonomismo.
2 - Smantellamento delle basi NATO in Sicilia e del MUOS.
3 - Politiche di Pace, Sicurezza, Stabilità , di cooperazione economica, di dialogo culturale nel Mediterraneo, sulla base di pari dignità dei Popoli e degli Stati sovrani, sulla base di sistemi di bilanciamento dei legittimi interessi nazionali, contro i sistemi di potere globalisti neoliberisti. Secondo un paradigma multipolare universale, che coinvolga, da protagonisti di pari dignità, tutti gli oltre 200 Stati sovrani del Mondo.
4 - Riorganizzazione e potenziamento strutturale della rete trasportistica, viaria e logistica siciliana, quale nodo centrale delle rete logistica italiana, mediterranea ed europea, accettando la sfida della gestione dei grandi flussi commerciali Asia-Europa, anche sul fronte delle vie cinesi della seta, secondo i propri interessi e sostenibilità.
5 - Promozione della massima autonomia economica possibile, secondo il principio di “Produrre e vendere siciliano”. Riducendo al massimo la pressione dei vincoli esterni.
6 - Promozione della massima SOVRANITA’ ALIMENTARE POSSIBILE. Cibo buono, sano e giusto. La Sicilia quale grande piattaforma della RIFONDAZIONE DELLO STILE DI VITA MEDITERRANEO (diaita=dieta mediterranea). Secondo i valori del recente riconoscimento dell’UNESCO della Dieta Mediterranea quale patrimonio culturale dell’Umanità. E le straordinarie suggestioni, a questo proposito, contenute nell’Enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco.
7 - Promozione della massima autonomia energetica e della progressiva sostituzione delle fonti fossili con quelle alternative sostenibili.
Grazie per la vostra attenzione e auguri di buon lavoro al nostro Forum
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